L’editoriale di Deborah Divertito:”Quando il saggio indica la luna, lo stolto guarda il dito”

editoriale_deborah_divertitoQuesto che state per leggere non è un editoriale classico. Non è un articolo in cui si descrivono fatti di cronaca, in cui si analizzano prestazioni di una partita, in cui si confermano o smentiscono voci di mercato, in cui si propinano opinioni di cui se ne sentiva proprio la mancanza. Questo che state per leggere non è un pezzo sulla vita privata di Cavani, sugli ultimi tweet del presidente tecnologico o di giocatori che non sono più nostri, sulle dichiarazioni di personaggi famosi improvvisamente tifosi del Napoli  o sui balletti delle fidanzatine azzurre.

Questo che state per leggere è una dichiarazione d’amore con pentimento annesso. E’ una lettera di scuse per non aver capito subito. E’ un mea culpa e anche un po’ un’ammissione di poca lungimiranza e memoria corta. Insomma. Sono qui per autoflagellarmi pubblicamente. Ma anche per essere sicura che tutti sappiano che ho cambiato idea, e da parecchio tempo. Quasi da subito, a dir la verità. E saper cambiare idea non è da tutti. Pensate che ho un amico che ancora rimpiange Gargan! Io invece sono qui per dire: “Valon, tutta la vita!”. Non che amassi Gargano, anzi! Non ho mai pianto la sua dipartita dall’azzurro, fosse già solo per quando faceva il capetto  e voleva a tutti i costi battere le punizioni. Salvo poi spararle in curva tra le stelle. Insomma, l’arrivo di Behrami, pensavo, fosse un buon rimpiazzo, ma più per la pochezza di chi lasciava che per la lode di chi arrivava. Ma è evidente a tutti che mi sbagliavo. E mi sono resa conto nei mesi che in fondo io lo sapevo già, ma non ricordavo. Poi, come nelle menti traumatizzate e con fenomeni di rimozione per difesa, piano piano è riemerso. Ad aiutarmi anche le chiacchiere con gli amici, fattesi ancora più ricorrenti in questa settimana dopo la meritatissima standing ovation di domenica sera contro il Genoa alla quale ho partecipato con tutta me stessa, se non, inconsciamente, partita addirittura da me in curva! Insomma, ho improvvisamente ricordato la prestazione di Behrami contro di noi l’anno scorso. E mi sono illuminata. Ha qualità che mi piacciono tanto. La grinta, la caparbietà, lo spirito di sacrificio e l’abnegazione per la squadra.

Forse all’epoca, nella valutazione, non aveva giovato il fatto che arrivasse da noi accompagnato da Gamberini, un difensore che a Firenze erano ben contenti di cedere. Forse non fu preceduto da una trattativa estenuante e con mille ripensamenti da parte di tutti e con la Juve o l’Inter ad approfittarne, come spesso siamo abituati. Ricordo che il suo nome accostato alla maglia azzurra lo sentii quando ero a Dimaro a seguire il ritiro della squadra e all’epoca il mio pensiero era rivolto forse troppo ai giovani di casa piuttosto che ai guerrieri di fuori casa. Sta di fatto che il centrocampo del Napoli, adesso, non può prescindere dalla sua rabbia agonistica. Ha anche messo la testa a posto rispetto agli inizi con la Lazio. In un’intervista ha persino detto che adesso che ha una bimba si pente di aver fatto tanti tatuaggi che possono creare pregiudizi. Ammesso che a pentirsi non debba essere chi ha pregiudizi per uno, cinque, dieci tatuaggi sparsi per il corpo.

Beh, mio caro Valon, sappiamo tutti che tornare indietro non si può. E allora mentre tu sei costretto a tenere i tuoi tatuaggi bene in vista, sapendo che però farai di tutto per aiutare il tuo compagno Hamsik a farne uno desiderato da tutti, quello dello scudetto, come confessato in una recentissima intervista,  io sarò invece costretta a ricordare per sempre la mia diffidenza verso di te e a fare ammenda ad ogni tua grande prestazione. Sarò costretta, ahimè, a subirmi i vari “io te l’avevo detto”, compreso quello di mio padre che in materia calcistica, ma solo in questa, non me ne dice spesso, e ad applaudire ad ogni tuo tackle, riuscito e non. Tra l’altro, a darmi un ulteriore schiaffo morale,  una recente classifica che ti pone come primo incontrista europeo.

Insomma, mio caro Valon,  solo gli stolti non cambiano idea. E io da oggi voglio assolutamente  guardare  la luna.

 

Home » Notizie Napoli Calcio » Editoriale » L'editoriale di Deborah Divertito:"Quando il saggio indica la luna, lo stolto guarda il dito"

Gestione cookie