“Azzurri rinunciatari”. E’ questo il messaggio che viene fuori dall’analisi di Adriano Bacconi per il Mattino. Eccola nella sua versione integrale.
“Alla fine viene fuori la verità. Dopo essersi dati battaglia per 45′ Milan e Napoli dimostrano nella ripresa di aver più paura di perdere la posizione di classifica acquisita che di cimentarsi in improbabili imprese. Il secondo posto per Mazzarriè chiaramente l’obiettivo da centrare a questo punto della stagione, prioritario quindi tenere la “giusta distanza” dai rossoneri.
Il Napoli visto al Meazza è superiore al Milan orfano di Balotelli e anche di El Shaarawy. Spingere con decisione sulle fasce, come successo in occasione del gol, avrebbe messo in difficoltà i padroni di casa facilmente destabilizzabili in difesa. La gara del Napoli è, invece, d’attesa sin dalle prime battute. La catena destra del Milan mette in ambasce Mazzarri e già al 4′ i rossoneri vanno vicini al gol. Abate costringe Zuniga sulla difensiva mentre Boateng parte largo ma si accentra sistematicamente. È Flamini molto più dinamico di Hamsika garantire la superiorità numerica in quella zona. La conclusione sporca del ghanese mette in difficoltà De Sanctis. Al 7′ è ancora Flamini a servire Abate in area il cui cross radente per Pazzini è intercettato da Cannavaro. Il Napoli soffre.
La regia bassa di Montolivo in questa fase della partita fa la differenza nonostante la marcatura ad personam di Pandev. Il Napoli è troppo basso. In questa parte della gara si vede solo in alcune ripartenze, abbozzate ma mai finalizzate con determinazione. La partita la fa il Milan.
Robinho e Boateng si accentrano alle spalle degli interni azzurri creando costanti disagi. La diga di Behrami è provvidenziale ma non sempre sufficiente. Così al 29′ il Milan passa. Il Napoli è fermo, Costant e Mexes fraseggiano sulla linea mediana in completa solitudine. Il passaggio fitrante dell’ex Chievo è per Boateng che gioca di sponda su Robinho. Il taglio del brasiliano tra le linee sorprende Campagnaro che resta largo e Behrami che chiude quando la palla è già a Pazzini. Dal duello al limite con Britos la palla schizza sui piedi di Flamini lesto ad infilarsi alle spalle di Hamsik, ad anticipare la diagonale di Zuniga e a battere a rete con precisione chiurgica di prima intenzione.
Tutti i meriti del Milan finiscono qui. Appena passato in vantaggio cambia l’atteggiamento dei rossoneri che abbassano in baricentro subendo la reazione rabbiosa del Napoli. Il gol del pareggio è quasi immediato e dovrebbe far riflettere mettendo in evidenza le potenzialità degli ospiti e i limiti difensivi dei padroni di casa. Finalmente Hamsik si butta a sinistra seminando Flamini con un triangolo stretto con Zuniga. È costretto ad uscire Zapata. Pandev, partito dalla trequarti, si butta nel buco centrale creato dalla mancata diagonale difensiva di Mexes e Costant, rimasti larghi a sinistra. Assist e tiro-gol sono gesti tecnici fin troppo facili per due campioni come lo slovacco e il macedone. L’1-1, quasi istantaneo, cambia l’inerzia della partita.
Il Napoli viaggia ora ad un’altra velocità e alterna la ricerca dalla profondità con fraseggi corti alle giocate lunghe richieste dal Matador. Al 44′ arriva così l’azione più bella della partita. Il Milan è frastornato dal ritmo degli avversari, le tre linee del suo 4-3-3 si abbassano molto, l’atteggiamento è attendista. Cannavaro ha la palla e può guardare quello succede davanti. Cavani è largo a destra, ma pian piano di accentra. Ad un certo momento quando Cannavaro sta per calciare scatta in profondità con un brusco cambio di passo, troppo repentino per il povero Mexes. La palla scavalca il francese e viene arpionata dall’uruguagio in allungamento. Il colpo sotto non inganna però Abbiati che si salva in angolo.
Nella ripresa tutti si aspettano un Napoli arrembante visto che neanche l’ingresso di Niang per l’acciaccato Boateng aveva ridato brillantezza al Milan. In effetti qualche spunto il Napoli lo produce ma poca roba rispetto al vigore che servirebbe per vincere la partita. Entrambe le squadra fanno calcoli aritmetici che tolgono adrenalina al match”.