Se c’è un doppio ex legato visceralmente a rossoblù e napoletani, questi è sicuramente Daniel Fonseca. «El tigre» oggi è il manager di parecchi giocatori, fa il procuratore tra Montevideo e Como, con frequenti viaggi in Spagna e Inghilterra.
Benvenuto a Napoli–Cagliari.
«Partita specialissima per me. Ero poco più di un ragazzo quando arrivai in Italia, per noi sudamericani un punto di arrivo, un pianeta desiderato e per molti inarrivabile. Mi volle Ranieri nel Cagliari, dopo un inizio un po’ stentato riuscii ad entrare in sintonia con il modo di giocare delle formazioni italiane. Cagliari mi ha dato tantissimo».
Poi subito dopo l’arrivo a Napoli.
«I miei gol li ho sempre segnati, a Cagliari come a Napoli. Arrivai in un momento delicato, dovevano essere gli anni della ricostruzione del dopo Maradona ma in realtà si cominciarono a vivere i primi disagi societari che poi sfociarono anni dopo nel fallimento. Eppure ricordo quel famoso 1994, nemmeno immaginate i problemi che c’erano tra squadra e dirigenti, noi riuscimmo a compattarci e conquistammo una storica qualificazione in Uefa con Marcello Lippi allenatore. Napoli mi ha dato tutto, mi ha completato come uomo e come calciatore, ho vissuto quegli anni con grande passione e partecipazione. È vero quello che dicono tanti ex: non puoi dire di essere un allenatore o un giocatore completo se non passi una volta per Napoli».
Eppure ci scappò quel gestaccio proprio in occasione di un Cagliari-Napoli…
«Feci gol su punizione se ricordo bene e sfogai la mia rabbia contro una parte dei tifosi cagliaritani che non smettevano di insultarmi e darmi del mercenario. Cose che capitano».
Oggi gli azzurri hanno conteso il tricolore alla Juve, il Cagliari invece è la sorpresa dell’anno.
«Bene il Napoli, benissimo: è incredibile, la squadra ha conquistato 15 punti in più rispetto alla passata stagione. La Juve non ha perso colpi nei momenti decisivi, ma non bisogna rammaricarsi più di tanto. Per quello che è l’organico del Napoli dico che Mazzarri sta facendo più del massimo. Il Cagliari, invece, sta sorprendendo pure me, credevo che potesse crollare da un momento all’altro: il cambio allenatore, le vicissitudini di Cellino, lo stadio che non c’è, le partite a porte chiuse. Aver raggiunto la salvezza con tanto anticipo testimonia la bontà del lavoro svolto».
Per chi batterà il cuore di Fonseca domenica?
«Sono stato bene a Cagliari, benissimo a Napoli, porto entrambe nel cuore però Napoli è Napoli, mi ha lasciato dentro tante di quelle esperienze fantastiche che non potranno essere mai cancellate. E poi gli azzurri hanno un obiettivo da centrare, la conquista del secondo posto passa anche attraverso la partita di domenica».
Di Cavani non ha molta voglia di parlare, vero?
«Grandissimo giocatore, per lui parlano i fatti, cioè i gol. Non dico altro».
Mazzarri resta?
«Così dicono le ultime di radiomercato, risulta anche a me».
C’è qualche potenziale campione da portare in azzurro?
«Sì»
I nomi?
«Niente nomi, è una legge di mercato. Ma se De Laurentiis mi chiama, gli do il fuoriclasse del futuro».
Fonte: Il Mattino