Il duo svizzero Behrami-Dzemaili è di lusso, garantisce coperture e persino i gol, cambi di atteggiamento in corsa e protezione alla retroguardia: chi l’avrebbe detto, appena un mese fa? Poi Behrami è stato lasciato sfilare come diga, una sorta di antico playmaker, e Dzemaili s’è inventato una regia più moderna, un po’ mezzala e un po’ trequartista: spazi ampi, cavalcate e sorrisini, con Inler scivolato nelle retrovie, ma sempre pronto a rimettersi in gioco. Praticamente sembra deciso, però, è ancora teoria perché le riflessioni di Walter Mazzarri, quando il Cagliari è ancora (parecchio) distante, danzano nell’aria salubre del centro sportivo e (semmai) riguardano le fasce: ma lo Zuniga di San Siro, quello dell’ultima ora (non certo quello della prima mezz’ora, eclissato come il resto della squadra), l’ha appagato; e Maggio ha accusato una flessione fisiologica ma conosce talmente bene lo spartito… Meditare conviene, però, sia a destra che a sinistra restano in vantaggio i legittimi proprietari del ruolo, anche se Mesto e Armero possono sentirsi liberamente in competizione e aspettare un cenno per concedere, eventualmente, una domenica di riposo a chi ha corso così tanto.
Gli intoccabili eccoli là: top player sul campo, e mica per definizione, stelle autentiche, che brillano e illuminano e contribuiscono poi a fare la differenza. L’ultimo Hamsik – persino quello di San Siro, che qualche ombra l’ha allungata – sa sempre dove stare, come starci e cosa fare; e Pandev ha ritrovato la via del gol; e Cavani non l’ha mai seriamente perduta, visto che è a quota trentuno. La prima linea avanza con i tre tenori, tiene «caldo» Lorenzino Insigne per il primo cambio e a San Siro ha riscoperto anche Emanuele Calaiò per qualche briciola di partita: ma dalle certezze non si transige, da quel terzetto in stile-Champions non si deroga.
Ieri sera, niente solita cena del mercoledì. Il doppio allenamento ha invitato tutti a un meritato riposo.
Fonte: Corriere dello Sport