Sono trascorsi 43 mesi dall’insediamento di Walter Mazzarri sul ponte di comando del Napoli, e non si può far a meno di riconoscere il grande balzo in avanti compiuto dal team azzurro in questi tre anni e mezzo trascorsi sotto la guida del tecnico livornese. Dal suo ritorno in serie A nella stagione 2007/08 gli azzurri avevano conseguito come piazzamenti finali un 8° posto (Reja allenatore) con 50 punti, frutto di 11 vittorie casalinghe e sole 3 vittorie in trasferta, con una media punti complessiva di 1,31. Nella stagione seguente con l’addio di Reja e il subentro di Donadoni il Napoli è arrivato 12° in classifica con la miseria di 46 punti (10 vittorie in casa e 2 in trasferta) realizzando una media punti di 1,21 appena sopra quella retrocessione, con una situazione di sbando tecnico che non si fermò neanche all’inizio della stagione seguente quando dopo sette giornate e soli 7 punti racimolati Donadoni venne esonerato insieme a Pierpaolo Marino, a favore degli insediamenti di Bigon e Mazzarri.
La stagione 2009/10 ha regalato grandi emozioni agli azzurri, dal successo in trasferta sul campo della Juventus dopo più di vent’anni alle tante rimonte compiute nei minuti finali, la squadra azzurra pur non mostrando una continuità di gioco nel corso del campionato, riuscì a centrare ben 6 vittorie in trasferta (record dal ritorno in Serie A), centrando al termine della stagione un 6° posto davanti anche alla Juventus, con 59 punti (52 dei quali sotto la guida di Mazzarri) e una media punti che sotto il trainer di San Vincenzo passò da 1 a 1,67 punti a partita, e in 31 gare 42 gol fatti e 32 subiti. Si capì da subito che la musica era cambiata.
Nella stagione successiva 2010/11, il Napoli tornò in Europa dopo la toccata e fuga di un paio di stagioni prima, con l’uscita al preliminare contro il Benfica, la stagione iniziò quindi dai preliminari agostani in Svezia contro l’Elfsborg, Quagliarella era appena stato ceduto alla Juve e a sostituirlo era arrivato un giovanotto bravo, certo, ma che nel Palermo non si era certo dimostrato un cannoniere. Ogni tifoso quindi, la sera di Elfsborg-Napoli stava pensando a cosa avrebbe significato fare a meno dell’attaccante stabiese nell’economia del gioco azzurro che sembrava spesso troppo dipendente dalle invenzioni di Lavezzi e Quagliarella e dagli inserimenti di Hamsik, e poi dopo 29 minuti alla prima da titolare si vide cosa aveva in testa il tecnico, gioco in velocità, transizioni rapide, cambi di fronte con due tocchi et voilà, Cavani in gol. Trovato il terminale dell’enorme mole di gioco e occasioni che il Napoli di Mazzarri produceva i risultati non hanno tardato ad arrivare, e la squadra ha cominciato a macinare risultati indipendentemente che si giocasse in casa (media punti 2,1 con 12 successi) o in trasferta (ben 9 successi, nuovo record e media punti 1,57), e uno score di 59 gol fatti e 39 subiti. Dopo aver a lungo inseguito il Milan in vetta il Napoli dovette cedere il passo nel finale all’Inter piazzandosi terzo con 70 punti, record stagionale per il team azzurro nell’epoca dei tre punti.
Ed arrivò anche il momento di affacciarsi sul palcoscenico dell’Europa con la E maiuscola, quella Champions League che i tifosi azzurri non hanno mai conosciuto, perché l’ultima volta che il Napoli si era affacciato nella massima competizione Uefa, si chiama ancora Coppa dei Campioni, e non era la grande vetrina globale di oggi. La stagione 2011/12 degli azzurri ha vissuto grandiosi picchi sui campi d’Europa fino alla sfortunata eliminazione ad opera dei futuri campioni del Chelsea, ma il Napoli è stato in corsa per la riconquista della terza posizione fino all’ultima giornata, pagando spesso dazio all’inesperienza nella gestione del doppio impegno campionato- europa, e chiudendo alla fine in 5° posizione con 61 punti, dove a pesare è stata qualche pareggio di troppo in casa (10 vittorie e 6 pareggi, media punti 1,89) e qualche sconfitta (fatale quella di Bologna) di troppo in trasferta (6, con 7 pareggi e 6 vittorie, media punti 1,31) e ancora con 66 gol fatti e 46 subiti. Tuttavia non si può dimenticare la conquista del primo trofeo dell’era post-maradona, con la vittoria della quarta Coppa Italia in una finale eccezionale a Roma, contro la Juventus battuta per 2-0.
La stagione corrente si apre tra le mille polemiche di Pechino, con la Supercoppa inficiata da molte, troppe, decisioni arbitrali discutibili, ma con la squadra che marcia in campionato ad alto ritmo tenendo il ritmo della Juventus per lunghi tratti della stagione, tuttavia le vicende legate alla sentenza di penalizzazione (poi cancellata) e un fisiologico calo a cavallo tra il mese di febbraio e marzo hanno impedito agli azzurri di tenere il passo dei bianconeri, che a onor del vero si sono dimostrati più forti di tutti nell’arco della stagione. Ma gli azzurri stanno comunque portando avanti una grande stagione, e Mazzarri si può ben dirne l’artefice, la maturazione anche del tecnico è evidente nella maggior flessibilità nel ruotare gli uomini e di trovare soluzioni tattiche diverse negli schemi e nei movimenti per contrastare gli avversari. Ad oggi il Napoli può vantare il terzo miglior attacco (61 gol fatti), la seconda miglior difesa (32 subiti) e il capocannoniere del campionato, il tecnico è riuscito ad esaltare le caratteristiche quasi tutti gli uomini della rosa, da Zuniga a Dzemaili, ad Armero, per non dire del recupero di Pandev e della nuova straordinaria vitalità di Hamsik come regista offensivo e incursore. I numeri di questa stagione parlano, a cinque giornate dal termine, di una squadra con una media di 2 punti a partita (2,35 in casa e 1,47 in trasferta), numeri che possono ancora essere migliorati in questo finale di stagione e che sono frutto di un lavoro enorme del tecnico e del suo validissimo staff.
Volendo tracciare un bilancio, possiamo dire che dal 6 ottobre 2009, sotto la guida di Mazzarri il Napoli ha disputato 140 partite di campionato vincendone 13 il primo anno (42%), 21 il secondo anno (55%), 16 il terzo anno (42%) aggiungendo però 4 successi in 5 gare di Coppa Italia e la conquista del trofeo, e infine in questa stagione ad oggi siamo a 19 vittorie (57%); un trend positivo quindi oltre che nel numero di vittorie e di punti, anche nel numero di gol realizzati (42, poi 59, 66 e in questa stagione in corso 61) e di gol subiti (di media 1,1 partita nella prima stagione, 1 nella seconda, 1,1 nella terza, e 0,9 nella attuale). In Europa invece su 26 gare disputate tra Champions ed Europa League, sono state conquistate 10 vittorie e 7 pareggi, risultati che sono valsi attestati di stima da tutta Europa per la qualità del gioco espresso a fronte di avversari di caratura e tradizione anche superiore.
Certamente ci sono stati in questi anni anche dei passaggi a vuoto, ma non si può nascondere come il processo di crescita tecnica e di risultati portato avanti dal coach sia sotto gli occhi di tutti, ma nonostante questo c’è ancora chi si spende nei salotti televisivi o sui tanti siti internet per affermare una critica che appare alla luce dei numeri quanto meno pretestuosa e strumentale, ma come in ogni altro campo della vita, il tempo sarà galantuomo con Walter Mazzarri da San Vincenzo.