Pescara Napoli che mai potrebbe rappresentare? Sarebbe l’esclamazione dei maligni tra gli esigenti. Eppure, tra molti dei tifosi napoletani, Pescara Napoli è una partita che in qualche modo fa amarcord.
Solo al San Paolo, 14 goal segnati in due partite. Stagione 87\88 e 88\89, due Napoli – Pescara per un 6 a 0 e un 8 a 2 rimasti negli annali, “passeggiate” ripetute in allegria anche in altre occasioni, eppure contro una squadra, quella abruzzese, che nonostante le difficoltà di eterne matricola, qualche volta, se l’è tolta la soddisfazione di battere le grandi, anche in quegli anni di Maradona, quando i pescaresi consideravano il Napoli la bestia nera delle goleade.
A Pescara, invece, anche se gli azzurri statisticamente hanno sempre goduto dei favori del pronostico, spesso rispettato, se pur con punteggi minori, si conta uno scivolone datato ’93. I partenopei, allora di Zola e Fonseca, si recano a Pescara in una trasferta di poche pretese, in un pomeriggio di maggio di una stagione che, nonostante i proclami iniziali, s’era rivelata piuttosto anonima per l’allora società di Piazza dei Martiri.
Partita senza molta importanza, in un campionato senza più obiettivi, dove addirittura, in una parte della stagione, il Napoli aveva temuto lo spettro della retrocessione. Basti pensare che nella partita di andata, al San Paolo, Napoli e Pescara s’erano affrontate come penultima e ultima della classifica.
Il 16 maggio del ’93, il Napoli gioca contro i pescaresi una gara svogliata e priva di stimoli. Si sa cosa succede nel calcio se si gioca senza motivazioni. Il Napoli scompare presto dal campo e il Pescara si toglie lo sfizio di battere gli azzurri con un sonoro 3 a 0, reti di Paladini e doppietta di Borgonovo, davanti a un pubblico incredulo e fuori di testa, per la sola gioia di vedere, una volta tanto, la propria squadra travolgere un avversario che fino a pochi anni prima era stato un autentico incubo.
E pensare che quella domenica, del clamoroso 3 a 0 del Pescara (umiliazione citata pure nel film “L’uomo in più” di Paolo Sorrentino”, gli abruzzesi, sullo 0 a 0, erano pure rimasti in dieci e il Napoli, sullo 0 a 1, aveva sbagliato un rigore. Bisogna sempre fare attenzione alla forza dei deboli. Pescara – Napoli docet.
Sebastiano Di Paolo