Don Aurelio, Sir Walter e la ricerca della giusta via di mezzo…

hhhh1Ebbene si, accadrà ancora una volta: i tifosi del Napoli, per la terza estate di fila, assisteranno al tira e molla (ormai stantio) tra Aurelio De Laurentiis e Walter Mazzarri. Altro che nasdaq o dow jones, se il destino del tecnico toscano venisse quotato in borsa gli azionisti si ritroverebbero con le coronarie ridotte in poltiglia. Infatti un giorno sembra quello buono per firmare il rinnovo di contratto, quello successivo vede l’uomo di San Vincenzo a un passo dalla Roma. E’ il gran ballo del calciomercato, lo sappiamo: niente di nuovo. Anzi, qualcosa di nuovo forse c’è: ovvero, l’atteggiamento più serafico dei tifosi del Napoli che negli ultimi quattro anni hanno avuto modo di conoscere, oltre ai pregi, anche i difetti e i limiti di Mazzarri.

DIVERSE VISIONI- Il coach azzurro ha più volte ribadito che non si tratta di una questione economica, anche perché il proprietario della Filmauro è pronto a staccargli un assegno da sette milioni d’euro (un biennale da 3,5 a stagione). La matassa da sciogliere risiede nel progetto da condividere con il patron: Mazzarri vorrebbe vedere già dal prossimo luglio la squadra rinforzata con innesti di spessore e di valore (anche economico) per far compiere al ciuccio quel definitivo salto di qualità che lo metterebbe in condizione di fronteggiare (o quanto meno di provare a farlo seriamente) il gotha del calcio europeo. Il presidente De Laurentiis, invece, continua a immaginare un Napoli composto da giovani talenti che però difficilmente nell’immediato potrebbe rivelarsi vincente. In sintesi, due visioni del calcio (come ha ammesso lo stesso Mazzarri recentemente) diametralmente opposte che sembrerebbero svilire qualsiasi tentativo di mediazione tra le parti.

Mazzarri-e-DeTARALLUCCI E VINO?- In qualsiasi altro caso e in un’altra città l’epilogo sarebbe scontato, ma il mix di tre elementi assolutamente unici (De-La, Mazzarri e la città di Napoli) rendono il finale di questa storia ancora totalmente aperto. D’altra parte, anche l’anno scorso e due anni fa l’addio sembrava cosa fatta e poi si risolse tutto con una chiacchierata sincera tra due persone che avevano lo stesso interesse in comune. In fondo entrambi hanno ragione e torto contemporaneamente: Mazzarri dovrebbe ammorbidirsi sulla “questione giovani”  e agevolare l’ascesa di qualche ragazzo in gamba della scugnizzeria azzurra (e ce ne sono tanti meritevoli di una chance!). D’altra parte molti allenatori di squadre importanti, come Andreazzoli, Conte, Stramaccioni e Allegri, fanno giocare con continuità gli appena maggiorenni Lamela, Marquinhos, Pogba, Kovacic, De Sciglio ed El Shaarawi. Walter, ci permetta una critica: con Lei in panchina neanche un diamante purissimo come Lorenzo Insigne ha avuto il 100% della fiducia e dello spazio (che avrebbe meritato), nonostante la partenza di Lavezzi e le prestazioni opache (almeno fino al mese scorso) di Pandev e onestamente questo dato lascia riflettere! Sull’altro fronte, De Laurentiis non può pretendere di far grande il Napoli solo con una gang di ragazzini, senza l’apporto di giocatori esperti, collaudati e (possibilmente) abituati ai successi. Se davvero il Napoli dovesse ricavare 60 milioni d’euro per la cessione di Edinson Cavani, sarebbe un vero scempio non costruire una grande squadra per la prossima stagione (e su questo punto ha ragione Mazzarri).

La speranza dei tifosi partenopei è che tra Don Aurelio e Sir Walter si riesca a trovare un accordo (una giusta via di mezzo) possibile quanto auspicabile e che la questione si risolva, come negli ultimi due anni, a tarallucci e vino.

Marco Soffitto

 

 

 

 

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