Napoli Siena \ Signori, sipario. Oggi il San Paolo saluta il Napoli formato Champions per l’ultima gara di un campionato ancora una volta ricco di soddisfazioni e costellato da una cavalcata senza precedenti, con record e tabù sfatati in grado di proiettare gli azzurri in una speciale classifica delle squadre partenopee più vincenti e brillanti della storia. Oggi si saluta il pubblico sfidando una compagine psicologicamente distrutta come il Siena, praticamente in B e moralmente a terra, considerando che le altre pretendenti alla permanenza in A giocheranno alle 12.30 e nel momento in cui si comincerà al San Paolo potrebbe già trovarsi contro la matematica.
Ed allora la gara potrebbe avere i tratti di una semplice sgambatura, un’amichevole a tutti gli effetti per mettere in campo calciatori poco utilizzati e sperimentare nuovi assetti tattici, attraverso i quali si potrà valutare eventuali cessioni e possibili vetrine per alcuni di essi che hanno bisogno di giocare e dimostrare il proprio valore. Si potrebbe quindi trasformare in una sorta di test per studiare le mosse di mercato da attuare nelle prossime settimane, attraverso le prestazioni di quei giocatori che nascondono più di un dubbio e che potrebbero essere sul piede di partenza.
Uno di essi è Marco Rosati, estremo difensore incappato in una stagione estremamente negativa, dove in quelle poche occasioni avute ha messo più di un dubbio nella testa di Mazzarri e della pubblica opinione, attraverso indecisioni e mancati interventi che troppo spesso hanno minato la tranquillità di un reparto. Probabile che cambi aria nonostante la prestazione di oggi, ma vedere progressi contro il Siena potrebbe essere un punto di partenza sul quale lavorare e programmare il proprio futuro. Futuro che è in bilico anche per Rolando, portoghese che troppo tardi è entrato nel circolo dei titolari, per una questione di forma fisica, ma probabilmente anche per un aspetto emotivo non applicabile sin da subito per la causa azzurra, quest’ultimo uno dei fattori fondamentali per mister Mazzarri. Con Gianluca Grava invece, il discorso è diverso, poiché il giocatore è sposato anima e corpo al progetto Napoli, per cui, qualora si decidesse un suo addio a fine stagione, è molto probabile che lo rivedremo nel prossimo futuro, magari in giacca e cravatta a fare le veci del gruppo azzurro. Per lui non ci sono più discorsi tattici che tengano, tanto è il valore inestimabile che ha saputo dare in tutti questi anni, con devozione e amore verso una città che lo ama al di là di qualsiasi prestazione.
Altro tassello da valutare sarà Giandomenico Mesto, la cui stagione non è propriamente valutabile, poiché negli ultimi mesi è uscito definitivamente dalle scelte del tecnico, in concomitanza con l’uscita dall’Europa League dove sembrava uno di quelli su cui puntare in questa manifestazione. Da ricordare resta la gara contro la sua ex squadra dove con il suo ingresso gli azzurri riuscirono a sbloccarsi in maniera determinante grazie alla rete che mise a segno. L’uomo del futuro forse più interessante è sicuramente Omar El Kaddouri, la cui prestazione di oggi servirà a valutare i continui progressi che il ragazzo ha assorbito nel corso di una stagione che gli servirà per essere protagonista nel prossimo futuro, a cominciare dal prossimo anno dove avrà bisogno di essere più incisivo per convincere Mazzarri a metterlo più spesso in campo per sfruttare il suo estro.
In ultimo Emanuele Calaiò, il cavallo di ritorno voluto da molti, anch’egli risucchiato nel vortice della mancata qualificazione alle coppe, e caduto nell’oblio dell’eterna panchina, per concedersi solo in qualche occasione e per pochi minuti soltanto, troppo pochi per essere giudicato e per rispolverare arco e frecce che lo videro protagonista negli anni del purgatorio nelle serie minori. Oggi sarà un ex, e gli si potrà attribuire la mancanza dei suoi gol come una delle principali cause della retrocessione dei senesi, anche se i napoletani si aspettano che sia proprio contro la sua ex squadra l’occasione giusta per mettere a segno quel gol che tutti si aspettano, simbolo di una riconoscenza verso una piazza che crede ancora in lui. Sei buoni motivi per trovare interesse in questa gara, senza dimenticare che vincere aiuta a migliorare la consapevolezza di se, per cui è sempre bene puntare a raccogliere sempre l’intera posta in palio. Vincere nonostante non sia indispensabile, eccolo un altro motto da coniare per il Napoli che verrà.