Risparmiateci i tentennamenti del Valzer Mazzarri, che Napoli non è luogo di danze incerte e maldestre. Che poi, lasciando perdere il giornalismo, le ipotesi e le accapigliature, certe cose vanno per conto proprio. Se Mazzarri deve lasciare il Napoli allora lo ha già lasciato da parecchio, così come se Cavani continuerà la sua carriera altrove, pure questo sarà già stato deciso in chissà quale stanzetta, al chiuso del segreto di trattativa tra qualche procuratore e una società di ricconi disposti a sborsare una clausola decisa, a suo tempo, in funzione della sua cessione.
Il calcio è uno spettacolino, una commedia dell’arte in tanti piccoli atti. Il sipario s’apre e si chiude rivelando continui colpi di scena, eppure il finale è già stato scritto, all’insaputa del pubblico, in fondo, il più pagante di tutti, per emotività, e pure per tasca.
Ricorda i proclami grotteschi del “re tentenna” questa kermesse di titoli e di uscite a sensazione che scavano dentro l’intimo professionale di quell’allenatore o di quel calciatore. Oggi Mazzarri e Cavani sono in prima fila, giocandosi la pole in un testa a testa che potrebbe vederli presto fuori pista o appaiati al traguardo. E non è dato a sapersi, con certezza, e non subito, sennò come si vendono migliaia di copie al giorno di quello o di quell’altro giornale.
Il calcio mercato è fatto di notizie date in ritardo, spesso di acquisti, vendite e accordi concluse in cinque minuti. Mica sono tutti Maradona, Cysterpiller, Scotti, il Banco di Napoli e la rivoluzione napoletana del pallone?
È vero, capita pure che per certe operazioni il diavolo ci mette la coda, e allora si finisce d’andare per le lunghe, ma pure in quel caso c’è il “racconto di cronaca” che soccorre attese e capovolgimenti.
In questi casi, la verità se ne sta in disparte dietro una quinta privilegiata, non vista, a sghignazzare di gusto e a farsi bella per quando la scena la presenterà attesa e tirata, e pure un po’ prevista. Si fa annunciare poco a poco, come i nobili a corte durante il ballo. L’ultimo “Valzer”, roba da cinematografia d’altri tempi. Ma Napoli è città della tarantella, e se ci facciamo piacere per un momento il luogo comune, diventa più difficile immaginarla impressionata.
Che poi, ammettiamolo, ognuno un conto in testa se l’è fatto, e gli torna pure. Però, curiosità non da poco, non lo rivela a nessuno. Sono ancora aperte le iscrizioni al gioco della suspance.
Sebastiano Di Paolo, alias Elio Goka