Uno spagnolo napoletano con lo stile inglese. Rafa Benitez si calerà benissimo nella sua nuova dimensione: Liverpool, dove ha lavorato dal 2004 al 2010, è ribattezzata la Napoli d’Inghilterra. Stessa passionalità, stesso culto per la musica, stesso estro: lo spirito delle città di mare. Benitez è un uomo razionale, che non lascia trapelare le sue emozioni. A Londra è stato una sfinge: insultato dal primo giorno, non si è mai scomposto, trascinando la squadra al terzo posto e conquistando l’Europa League. È l’esatto contrario di Mourinho: forse per questo i due non si amano. Rafa non fa conferenze stampa di fuoco. Non lancia proclami. Non ama la platealità. Non compie gesti eclatanti. Ma se ti fa la guerra, o gli sei nemico, è più duro di Mou.
I media Anche Rafa, come Mou, ha un personale addetto stampa. Si chiama Juanfran. Lavorava a Marca. Controlla i media di tutto il mondo e bisogna passare attraverso di lui per avere rapporti giornalistici con il tecnico spagnolo. Da quando è stato annunciato il matrimonio tra Benitez e il Napoli, ha già ricevuto oltre 40 richieste di interviste in esclusiva da Spagna, Inghilterra ed Italia. Tutti hanno ricevuto un secco, ma cortese “no”: Rafa non parlerà fino al giorno della presentazione ufficiale. I cronisti italiani, in particolare, dovranno darsi da fare per conquistare la fiducia di Benitez: non conserva un buon ricordo dei suoi mesi trascorsi all’Inter. È stato trattato come un sempliciotto: in realtà, è stato l’ultimo allenatore di spessore internazionale alla corte di Moratti.
I metodi Rafa è un pragmatico. Lavora a stretto gomito con il suo staff. È molto attento alla tattica, soprattutto alla fase difensiva. Ha spostato Luiz a centrocampo per sfruttarne le doti tecniche, ma anche per evitare qualche errore di troppo al centro dell’area. Ha fatto del turn over una religione: è stata la chiave vincente per arrivare alla partita numero 69 stagionale del Chelsea con una condizione fisica decente. Ha gestito bene personaggi ingombranti come Terry e Lampard, gente che ha scatenato la guerra contro Villas Boas.
Torres Si fida ciecamente di chi sta con lui: in campo e fuori. Per questa ragione, gli spagnoli Azpilicueta, Mata e naturalmente Torres sono stati i suoi punti di riferimento. Potesse, li porterebbe con sé a Napoli. Dovendo scegliere, vorrebbe Torres, che conosce a memoria i suoi schemi d’attacco. Benitez è un osso duro anche per i dirigenti. Sposa la causa del club, ma senza compromettere la sua dignità. Un personaggio influente del Chelsea, che vuole rimanere anonimo, ci ha raccontato: “È l’allenatore più politico che abbiamo avuto. È attento agli equilibri, informato e furbo. Sbaglia chi pensa che sia un pacioccone. Ha gli attributi. Si fa rispettare dai giocatori. Negli spogliatoi ci sono sempre i figli di buona donna. Con lui non hanno vita facile”. Chiaro il concetto?
Fonte: La Gazzetta dello Sport