E Bruscolotti trema: “Adesso rischio il mio trono”

RECORD PRESENZE NAPOLIRECORD PRESENZE NAPOLI | “Penso seriamente che il mio trono sia a rischio, molto a rischio”. Beppe Bruscolotti si mette a contare. Lo fa ad alta voce…

Dunque, quanto tempo ci vuole?
“Sto tranquillo lì in cima a tutto per almeno altri quattro campionati. Ma penso proprio che Hamsik non ha nessuna intenzione di cambiare aria, quindi il mio record di presenze alla fine sarà suo. È solo questione di tempo”.

Non lo dice con gioia?
“Lo confesso: sono legato a questo primato. Non è una cosa di poco conto essere l’azzurro che ha indossato più volte la maglia del Napoli. Io ho sposato il Napoli per 16 anni. Sposato è la parola giusta”.

Lei è stato l’ultima grande bandiera del Napoli.
“Sì, è vero. Ma ora nessuno ci crede veramente a queste cose, né i giocatori e neppure i club. Totti è l’ultimo grande esempio, ma dopo di lui c’è solo Marek”.

Quali le responsabilità ad avere un simile ruolo?
“Si diventa col tempo un punto di riferimento per tutta la squadra: i nuovi non possono che chiedere a te consigli e suggerimenti”.

L’aver scelto di vivere a Pinetamare, lontano da Napoli, lo aiuta?
“Per come è fatto lui, mi sa di sì: è riservato, ama molto difendere la sua privacy, non gradisce molto le intrusioni quando va in giro con la famiglia. Però, non sa cosa si perde a rinunciare al grande affetto quotidiano dei tifosi napoletani”.

Per restare a Napoli lei a chi ha detto di no?
“Ai miei tempi, decidevano tutti i club: alla fine degli anni 70 Ferlaino mi aveva venduto alla Roma, me lo venne a dire Vinicio in ospedale. Aveva subito un intervento per una calcificazione: per fortuna i giallorossi non si fidarono dei miei tempi di recupero”.

Hamsik si merita la fascia da capitano?
“Una volta dissi di sì e consigliai a Paolo Cannavaro di cedergliela, come feci io con Diego Maradona. Ma lui ci rimase un po’ male, allora non dico più nulla”.

Ha cambiato idea da quel giorno?
“Anche Paolo ci tiene tantissimo alla fascia, è un ruolo a cui non vuole rinunciare. Io lo feci volontariamente, di mia iniziativa: pensavo che quella era la mossa giusta per poter vincere qualcosa. Non mi sbagliai”.

Fonte: Il Mattino

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