Si appresta a compiere 20 anni il prossimo 9 luglio, Valentina Casaroli, talentuoso e promettente portiere del Napoli Carpisa Yamamay. Tuttavia, a dispetto della sua giovane età, l’estremo difensore romano, approdato in azzurro la scorsa stagione, sfoggia una ragguardevole maturità, calcistica ed umana.
Qual è il bilancio di questo tuo primo anno con il Napoli?
“Dal punto di vista individuale, non è stata una stagione ottimale, mi sono infortunata sia all’inizio che alla fine del campionato, quindi non ho potuto essere presente come avrei desiderato. Per quanto concerne la squadra, credo che i risultati siano sotto gli occhi di tutti, nonostante la stagione non sia finita nel migliore dei modi, in virtù della sconfitta in semifinale di Coppa Italia, maturata sul campo del Tavagnacco, anche se poi sono state proprio le friulane a vincere il trofeo.”
Infatti, quando il Campionato era ormai agli sgoccioli, Casaroli, durante un allenamento, ha rimediato la rottura dello scafoide della mano destra, infortunio che le ha impedito di partecipare attivamente alla fase finale della stagione calcistica.
“Ieri ho tolto il gesso, adesso porto il tutore. Quanto prima inizierò la riabilitazione qui a Roma per recuperare l’estensione del braccio, poiché anche il gomito è stato immobilizzato, per poi passare alle terapie al polso. Tuttavia, i dottori mi hanno garantito che entro un paio di settimane dovrei riuscire a recuperare completamente.”
Come giudichi, invece,del primo anno vissuto a Napoli?
“Son sincera, inizialmente ero timorosa per l’etichetta erroneamente associata al nome di questa città, invece, devo dire che mi trovo benissimo, anzi, con chiunque mi trovo a fare un confronto tra l’università di Roma e quella di Napoli, concludo sempre che quest’ultima è decisamente migliore. Tant’è vero che spero di vestire ancora la maglia azzurra, anche per aver modo di terminare gli studi a Napoli. Sono iscritta alla Facoltà di economia presso l’Università Federico II, ragion per cui, a metà luglio, tornerò a Napoli per sostenere gli esami.”
Il Napoli Carpisa Yamamay è un prolifero ed innovativo vivaio di talenti ed idee in controtendenza rispetto agli usuali parametri e schemi che il calcio maschile ci propina, soprattutto alla luce del credo calcistico sul quale Mister Marino ha saputo forgiare la sua squadra.
Una delle peculiarità del Napoli femminile riguarda proprio i portieri.
Infatti, il tecnico azzurro, ha ampiamente dimostrato che per lui non esiste una “formazione tipo”, piuttosto, egli impronta la scelta delle 11 da schierare in campo in base a quanto emerso durante gli allenamenti settimanali e anche in relazione alle caratteristiche tecnico-tattiche dell’avversario di turno.
Ragion per cui, la formazione varia di settimana in settimana, proprio a partire dai portieri.
“Per certi versi è un aspetto positivo, – dichiara in merito Casaroli – perché ti esorta a dare sempre il massimo e mantiene viva la competizione, anche se personalmente reputo che la continuità per un portiere è importante. Tuttavia, i risultati premiano le scelte di Mister Marino, giacché quella del Napoli si è rivelata una delle migliori difese del Campionato.”
Quindi, in virtù di quest’eterna competizione, qual è il tuo rapporto con Radu?
“La viviamo in maniera sana e costruttiva, più che una competizione, siamo state capaci di trasformarla in complicità ed aiuto reciproco. Diversamente, la situazione sarebbe diventata pesante e difficile da gestire per entrambe.”
Ti appresti a compiere 20 anni, ciò nonostante, hai già vestito anche l’azzurro della Nazionale Under 17, 19 e 20: quali sono le tue ambizioni calcistiche?
“Dopo la sciagurata annata dalla quale sono reduce, senza dubbio, desidero riscattarmi. Voglio ritornare a giocare per divertirmi, perché è un aspetto che mi è mancato e rappresenta la premessa fondamentale per le ragazze che praticano questo sport, dato che dobbiamo considerarlo e viverlo come un hobby, perché non potrà mai essere un lavoro. Nel calcio femminile, non si può parlare di futuro, perché le società nascono e muoiono di anno in anno, ragion per cui è impossibile fare progetti.”
Quali sono, invece, i tuoi progetti personali?
“Conseguire la laurea triennale in economia quanto prima, per poi intraprendere la laurea specialistica, sceglierò un indirizzo pertinente al marketing, dal momento in cui il mio sogno è quello di aprire un pub o comunque un locale tutto mio.”
Sei tifosa della Lazio, ma sei cresciuta calcisticamente con la maglia giallorossa della Roma. Che ruolo ricopre il Napoli in questa disputa?
“Sicuramente un ruolo importante. Qui ho vissuto la mia prima esperienza lontana da casa, quindi, quella che non si dimentica. A Roma ero a casa, ero coccolata e protetta, era la squadra nella quale sono cresciuta. Qui a Napoli sono ripartita da zero, era tutto nuovo. Per questo Napoli per me rappresenta una crescita personale e calcistica.”
Cosa auguri a Valentina Casaroli?
“Senza dubbio, più fortuna! Giacché quest’anno è decisamente mancata. Diversamente, la vedo dura per lei!”
Tra i guantoni di Casaroli, così come nei suoi 20 anni, sono cuciti ed intarsiati valori, ideologie ed esperienze che concorrono a renderla sicura, abile ed arcigna tra i pali, giudiziosa, ponderata ed assennata fuori dal campo.
Cosa vuoi dire ai tifosi, appassionati di calcio che ancora non vi seguono?
“Stimo moltissimo i nostri tifosi, i ragazzi che ci seguono senza mai perdere la passione. Penso che si debba ripartire da loro che rappresentano un esempio per il calcio femminile, tant’è vero che la maggior parte delle squadre, gioca senza pubblico sugli spalti. Napoli può e deve rappresentare una realtà diversa, qui il calcio è amato da tutti e la presenza di sostenitori sugli spalti è già significativa, rispetto ad altre città italiane, anche se siamo ancora molto lontani dai numeri del calcio maschile. Tuttavia, se faccio un parallelo tra Napoli e Roma, mi rendo conto che nella capitale, intorno al calcio femminile, ruota maggiore indifferenza, a Napoli, invece, c’è più attaccamento. Questo fa ben sperare per il futuro.”
Luciana Esposito
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