L’editoriale di Raffaele Nappi: “Re Mida”

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Mida, re frigio, figlio della dea Madre, fu scelto da Tmolo in quel periodo nel quale Apollo competé con Marsia con il flauto. Mentre Tmolo assegnava la vittoria ad Apollo, Mida disse che bisognava attribuirla invece a Marsia. Allora Apollo, sdegnatosi, disse a Mida: “Le tue orecchie diventeranno esattamente quale è stato il tuo cuore nell’emettere il giudizio.

E dopo che furono udite queste parole, fece in modo che avesse orecchie come un asino. In quel periodo, mentre il padre Libero conduceva il (suo) stuolo in India, Sileno smarrì la strada, e Mida gli offrì generosamente ospitalità e gli diede una guida che lo accompagnasse dal séguito di Libero. Ma il padre Libero offrì a Mida per il suo favore la possibilità di chiedergli qualunque cosa volesse. Mida chiese che qualunque cosa avesse toccato diventasse oro.

E dopo aver ottenuto ciò ed essere arrivato nella reggia, qualunque cosa toccasse diventava oro. Ma essendo ormai afflitto dalla fame, chiese a Libero di togliergli quel magnifico dono; e Mida gli ordinò di bagnarsi nel fiume Pattolo, e dopo che il suo corpo ne ebbe toccata l’acqua, questa diventò del colore dell’oro; e quel fiume adesso in Lidia si chiama Crisorroa ( “Corrente d’oro”).

Forse le tue oreccchie non avranno abbastanza tempo o voglia di ascoltare ancora i lamenti dei tifosi napoletani. Sappi, però, caro Edinson, che ci siamo rimasti male. Non una parola, non un ringraziamento alla città e alla squadra che ti ha fatto grande, grandissimo prima di volare a Parigi tra l’indifferenza generale e le nostre maledettissime bestemmie. Ci siamo rimasti male, e forse non lo perdoneremo. Ci stiamo abituando a lasciare andare i nostri miti. E’ per questo che da Re Cavani sei diventato Re Mida. E ti auguro con tutto il cuore di non fare la sua stessa fine. Sincero…

Raffaele Nappi

 

 

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