La calda estate della Napoli calcistica tra sogni ed incubi

editoriale_luciana_espositoMentre “un Napoli” esulta, festeggia e va incontro al suo futuro a vele spiegate, “un altro Napoli” vive adagiato sullo scomodo e fosco oblio dell’incertezza: è il Napoli Carpisa Yamamay, quello delle donne, quello del capitano Esposito e della bandiera Pirone, quello dei promettenti e giovani talenti Giacinti e Di Marino, quello delle “polentone” divenute “terrone”, approdate alle pendici del Vesuvio per conferire onore e lustro alla maglia azzurra, zittendo i pregiudizi e sbeffeggiando le conclamate e decantate diversità “tra Nord e Sud”, quello di donne che ingoiano sacrifici e polvere e macinano chilometri ed umiltà, pur di dare libero, totale e disinteressato sfogo a quella passione, avulsa dalla mera velleità di ambire ad ergere questo sport a “lavoro”, poiché effimeri ed irrisori sono i loro ingaggi, rispetto alle cifre astronomiche che intascano i loro colleghi uomini che militano in massima serie, quello abituato ad esibirsi davanti ad un esiguo e raccolto pubblico, quello capace di “bruciare i tempi”, conquistando repentinamente la massima serie, quello che colleziona e gelosamente custodisce record di imbattibilità, quello che vive di pochi, ma sentiti applausi, quello che, nel suo piccolo, sa egregiamente conferire un sincero tributo alla stessa maglia azzurra che avvolge il cuore di ciascun napoletano.

Quello stesso Napoli che rischia di sparire dalla scena calcistica, quel palcoscenico che “le nostre ragazze” hanno faticosamente conquistato, collezionando imprese e sacrifici.

Nel corso di questi anni, il Napoli Calcio Femminile, avvalendosi del supporto economico dei marchi Carpisa e Yamamay, unitamente al contributo garantito da altri imprenditori, è riuscito a far decollare una categoria che solo due anni fa era in forte difficoltà.

Oggi il settore giovanile del Napoli Calcio Femminile ha raggiunto numeri importanti e in sole due stagioni, con nove formazioni e oltre cento tesserate, può confrontarsi a viso aperto con le migliori realtà italiane, tutte del Nord, a dimostrazione che anche al Sud, con progettualità e lavoro, possono essere raggiunti risultati di prestigio.

Ma non basta.

L’appello lanciato dal D.G. Italo Palmieri, all’incirca dieci giorni fa e rispolverato successivamente a più riprese, palesa la difficoltà economica nella quale la società del Presidente Carlino attualmente imperversa e che, pertanto, con estrema e sincera umiltà, ha indotto a manifestare la necessità di ricercare ed attendere sponsor e finanziatori disposti a tendergli una mano.

Risulta paradossale, eppure è tristemente vero: l’altra squadra di calcio che rappresenta Napoli nell’ambito del campionato di massima serie rischia di eludere tutti i significativi traguardi faticosamente conseguiti nel corso degli ultimi anni.

Estate rovente, quindi, per una fetta della Napoli calcistica, resa ancor più incandescente dall’infima inquietudine dell’incertezza, intristita dalla potenziale indifferenza nella quale galleggia.

Ciascun tifoso potrebbe, anzi, dovrebbe attivarsi pur di non consentire alla suddetta notizia di scivolare nell’incompiuto silenzio senza fare rumore.

I tifosi delle curve, quelli più veraci e passionali, sovente dalle curve con intaccabile fermezza affermano: “Napoli siamo noi!”

Napoli sono i tifosi, Napoli sono i calciatori del Napoli, ma anche “le ragazze del Napoli” e anche loro meritano di poter esprimere ancora e serenamente il loro spirito d’appartenenza.

Luciana Esposito

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