Azzurro il colore. Azzurro il destino. Napoli e Fabio Pecchia, sagace e preparato vice di Rafa Benitez, hanno una storia d’amore che non può più essere celata, nascosta, dissimulata. Lenola, due passi da Latina, è la casa, l’origine, ma Napoli è l’amante e la fucina di sogni e traguardi importanti: per il calciatore, arrivato ragazzino e poi diventato anche capitano; il laureato, in Giurisprudenza, alla Federico II; il tecnico, vice di una squadra da scudetto e da Champions; l’uomo: che oggi compie 40 anni. Con tanti auguri.
INDIMENTICABILE – E allora, il Pecchia tris, dopo due capitoli da centrocampista, comincia domani, con il Bologna al San Paolo, da allenatore e neo quarantenne: un compleanno, quello da festeggiare oggi con il canonico brindisi nello spogliatoio e la vista sul campionato, che il vice di Benitez non dimenticherà mai. Impossibile di per sé, considerando l’importanza insita, ma anche perché sarà sempre, intimamente connesso con l’esordio ufficiale sulla panchina del Napoli. Al fianco di Rafa.
LA SAGA – Bella la storia dell’incrocio dei due, a Liverpool, anni fa, per chiacchierare di calcio come sempre vorrebbe un assetato futuro allenatore con un maestro della categoria, ma bello anche il modo in cui si sono ritrovati. Guarda caso a Napoli. La città del destino di Pecchia: è qui che, dopo la B e la C con l’Avellino, esordisce in A e conquista al volo il posto e l’Europa con Lippi, e poi la fascia di capitano; è la maglia azzurra che indossa due volte, a distanza di tre stagioni, per un totale di cinque campionati; è davanti a un cattedratico di un’Università napoletana che ha discusso la sua tesi di laurea; è oggi, alla vigilia del campionato, che festeggia 40 anni; è domani che sarà la prima volta in A.
IL LAVORO – L’avrebbe mai detto? Chissà. Però è così. E tanto basta per capire che tra Pecchia e Napoli – il Napoli – c’è un feeling, un legame unico. Non resta che soffiare, alzare i calici e tornare a lavorare: perché è di calcio, che vive il tecnico-avvocato. Il desiderio? Facile intuirlo. Parola al San Paolo. Brividi.
Fonte: Il Corriere dello Sport