L’esordio stagionale per il Napoli in Champions League è alle porte e, come previsto, lo stadio San Paolo gremirà di tifosi, pronti a sostenere i loro campioni nella buona e nella cattiva sorte.
Sin dai primi giorni dell’uscita dei biglietti per il match contro il Borussia Dortmund del tecnico Klopp, il caos per la corsa all’acquisto dilaga all’entrata dei botteghini e file interminabili di persone si accalcano per riuscire ad assistere allo spettacolo a cui ogni tifoso vorrebbe e dovrebbe assistere: la Champions League.
Insomma, la squadra partenopea può di certo vantare un pubblico e una tifoseria quasi unica, tanto da lasciare stupiti qualsivoglia giocatore entri a far parte, ogni anno, di questa grande famiglia. Ma se, da una parte, la tifoseria è uno di quei fattori di cui il Napoli può andare fiero, di certo, le condizioni dello Stadio San Paolo non possono pretendere, da parte di tutti, altrettanta fierezza.
I problemi e difetti che lo Stadio presenta sono molti e soprattutto evidenti. Il primo restyling è avvenuto nel 2010 dopo 23 anni dall’ultimo e ha visto la ristrutturazione del sistema di irrigazione, del manto erboso, del sistema di drenaggio e deflusso dell’acqua piovana e la riapertura di alcuni settori. Ma il problema vero è proprio si è riscontrato quest’anno, a causa delle date di scadenza per il rinnovo del certificato di agibilità dello stadio. La società, però, era stata immediata nel chiarire che tutti i settori fossero nella norma, in particolare l’impianto anti-incendio.
Nonostante sia al 2° posto per capienza effettiva (dopo il Giuseppe Meazza di Milano) e il 3° per capienza di spettatori (dopo il Meazza e l’Olimpico di Roma), non si può di certo dire che il San Paolo sia uno di quegli stadi che eccelle per struttura e attrezzature. Purtroppo, del problema, sembrano accorgersene solo i tifosi. Lo Stadio, in se, potrebbe offrire molto di più di quanto realmente fa, e qui, non si parla di impianti a norma di legge, di strutture sicure, qui si parla di assicurare ai tifosi, non solo napoletani, una struttura capace di incanalare tutto il flusso di emozioni che comporta giocare in una città del genere; si tratta di offrire una struttura che è possibile vivere 24 ore su 24, 365 giorni l’anno; di regalare ad una città come Napoli un monumento sportivo per sentirsi veramente all’altezza delle grandi squadre europee.
La domanda, a questo punto, nasce spontanea: lo Stadio San Paolo, per quanto ancora, riuscirà a tenere il passo dei nuovi tempi, considerando l’importanza internazionale che il Napoli sta acquisendo in questi anni?