Non è vero che tutte le partite sono uguali. E nemmeno che si somigliano tutte le vigilie. Basta andare in giro ad annusare l’aria, infatti, per capire che a Napoli stavolta è tutta un’altra cosa. D’accordo, il Napoli va forte in campionato e il profilo pacioso di Benitez ha già conquistato la simpatia del popolo azzurro del pallone, ma la Champions è la Champions e allora non c’è da meravigliarsi se l’attesa sale e la passione cresce. Pure perché in questa città dall’economia che fatica a respirare, il Napoli è un caso raro di portatore sano d’allegria. Quell’allegria che s’è data appuntamento per stasera a Fuorigrotta, dove ci saranno tifosi (organizzati oppure no) in arrivo da ogni parte. Da Belluno e Ostia, da Genova e Catania, da Udine e La Spezia. E poi da Svizzera ed Olanda. E dalla Germania. Sì, dalla Germania e non tutti per tifare Aubameyang e Lewandowski.
Proprio così: appassionatamente insieme da Dortmund a Napoli i tifosi di Klopp e quelli di Benitez. Ed è forse questa l’immagine più vera e trasparente del match di questa sera. Una festa tra due tifoserie che si sono piaciute a prima vista e che discutono d’amicizia e gemellaggio. Chi lo sa: forse un destino. Perché Borussia e Napoli sono probabilmente i due esempi europei più limpidi e moderni di club che, usciti da aggrovigliate crisi finanziarie, hanno saputo ridarsi dignità di bilanci e risultati. A loro modo, insomma, già in un certo senso “gemelli”, il Napoli e i tedesconi ambasciatori d’un calcio che vince divertendo.
Aria di festa e d’amicizia, dunque, quella che si respira a Napoli in attesa che la musichetta della Champions e le coreografie del San Paolo (è da giorni e giorni che lavorano i giovanotti della curva B) facciano da prologo e da cornice al grande evento. Del resto non è roba da tutte le stagioni, la Champions. Per il Napoli questa è la quarta volta. Due appartengono al segmento mitico della storia azzurra: quello dei successi nati e cresciuti nel nome nel sinistro magico di Diego; gli altri due figli, invece, del Rinascimento azzurro. E allora: un anno, sei mesi e ventotto giorni dopo l’ultima volta, riecco la Champions al San Paolo. In quel febbraio d’un anno fa dall’altra parte c’era il Chelsea e fu, quella, una notte di soddisfazione e di felicità perché finì tre a uno. Un gol di Cavani e due del Pocho. E da qui – e non dall’infelice gara di ritorno – che il Napoli vuole ripartire.
Per questo la città s’è mobilitata. Per questo, c’è da giurarci, Napoli comincerà a svuotarsi già nel tardo pomeriggio. Luci spente un p0’ prima negli uffici e saracinesche giù ben prima del solito orario di chiusura. Il San Paolo, come sempre nelle grandi occasioni, ombelico della città e della sua passione. E occhi e cuore tutti per Hamsik e Higuain, eredi naturali di quei due signorini che fecero fuori il Chelsea di Mancini. E‘ a loro, soprattutto a loro, infatti, che il tifo azzurro affida speranze ed ambizioni in una notte che il meteo annuncia serena e addirittura mite e che invece la libidine del tifo vuole calda, addirittura ardente.
Tutto pronto, dunque? Certo, che sì. Sino ad ora ognuno ha fatto la sua parte. Il resto tocca ai giovanotti di Benitez. Ai vecchi e ai nuovi azzurri. Magari con tanti saluti a chi ha preferito andare a guadagnarsi pagnotte miliardarie da altre parti.
FONTE: Corriere dello Sport