Era diventato una barzelletta crudele. Avvenimenti luttuosi sui quali, con troppa cattiveria, l’ambiente si era accanito, quasi una persecuzione sembrava non volerlo lasciare più. I gol di Aaron Ramsey erano talmente rari che, quando segnava lui, moriva qualcuno di famoso. Primo maggio 2011, gol di Ramsey contro il Manchester United, il giorno dopo viene ucciso Osama Bin Laden. 2 Ottobre 2011, gol contro il Tottenham nel derby, 48 ore dopo muore Steve Jobs, fondatore della Apple. 19 Ottobre 2011, a segno contro il Marsiglia in Champions, poche ore dopo viene ucciso Gheddafi. Segna contro il Sunderland, il giorno stesso scompare la cantante Whitney Houston.
Coincidenze temporali. E per fortuna che è così, perchè quest’anno Ramsey sta segnando a raffica: già nove gol tra campionato e coppe. Come Messi tanto da intenderci, con la piccola differenza che stia-mo parlando di un mediano con il vizio del gol, non il calciatore piu’ forte del mondo.
L’ascesa di Ramsey è la riprova che la qualità, prima o poi, viene fuori. A 16 anni il fiero gallese (l’inglese per lui è una seconda lingua) era titolare nel Cardiff, a 17, il passaggio all’Arsenal per 7,5 milioni. Voleva essere il nuovo Gerrard, forte tecnicamente, gran corsa e personalità. Invece, dopo un’avvio promettente, si è un po’ perso per strada. Colpa anche di un terribile infortunio rimediato contro lo Stoke nel febbraio 2010 – doppia frattura di tibia e fibula – che gli è costato uno stop di nove mesi. Recupero difficile, periodi in prestito nella Championship, dubbi reali sul suo futuro. Il fondo – forse – è stato toccato un’anno fa, quando diventò il bersaglio preferito di una frangia della tifoseria dopo un passaggio sbagliato di troppo.
Adesso però ha ripagato appieno la fiducia di Wenger. L’infortunio di Arteta lo ha responsabilizzato, il leader in mediana è diventato lui. Che non ci mette solo grinta e corsa, ma anche visione di gioco e un grandissimo tiro dalla distanza. Un’arma che ha usato più volte in questo avvio di campionato. Non c’è dubbio, ormai è un punto fermo nello scacchiere di Wenger, quando tornerà Arteta, sarà un’altro a lasciargli il posto. E pensare che Ramsey – già capitano del Galles in nazionale — compirà i 23 anni solo il giorno di Santo Stefano. Eppure ha alle spalle già un bagaglio di alti e bassi notevolissimo. Cose che ti danno carattere, come ben sa Wenger.
FONTE: Corriere dello Sport