HUGO GATTI – El loco Gatti, uno dei portieri più estrosi che il calcio abbia conosciuto. Famoso in patria, meno all’estero, ha lanciato la modo dell’epoca, la fascia elastica sulla fronte, subito copiata dai suoi colleghi degli altri paesi ed ancora in voga in altri sport. Oltre che essere stato un pioniere della moda, lo si ricorda anche per una ragione che riguarda strettamente i tifosi partenopei: nel 1980 si rese protagonista di un episodio: trovandosi di fronte un giovanissimo e ancora poco conosciuto Diego Armando Maradona, cercò di intimorirlo, dicendogli: “Sei un barilotto grassottello, non potrai mai segnarmi”. In quella stessa partita Maradona gli segnò quattro gol, come gli aveva promesso prima della partita…
Agli inizi del 1981, Gatti perse la titolarità del ruolo in favore di Carlos Rodríguez. Nella squadra giocavano anche Diego Armando Maradona e Miguel Brindisi. Durante la partita con l’Estudiantes de La Plata, l’allenatore Silvio Marzolini decise di restituire la titolarità a Gatti dopo un diverbio con Rodríguez. El Loco non tradì le aspettative: in un’azione di contropiede si avventurò fuori dall’area per intercettare il pallone, effettuò un tiro lunghissimo fin oltre il centrocampo per passare a Perotti, il quale riuscì a segnare l’unico gol della partita. Lo si può ricordar come uno dei primi “prototipi” di portiere fuori dal comune… ERIC CANTONA – Il duro di Manchester, il francese che non tramonta mai. Dopo la grande carriera con il Manchester e con la nazionale francese, con vittorie e trofei in bacheca da fare invidia a chiunque, ha intrapreso la carriera di attore di cortometraggi, film e spot pubblicitari di successo. Durante l’attività agonistica lo si ricorda anche per l’aggressione ad un tifoso del Crystal Palace, reo di averlo schernito per buona parte dell’incontro. La scena del calcio al volo con un balzo tale da superare i cartelloni pubblicitari resterà nella storia. Purtroppo non calcistica… GARRINCHA – Manoel Francisco dos Santos, meglio noto con lo pseudonimo Garrincha, il migliore di tutti i brasiliani, chi dice assieme, chi dice dopo Pelè, disicuro le sue serpentine ed i suoi dribbling sono serviti da monito per i calciatori brasiliani che si sono susseguiti. E’ divenuto un martire a seguito di una sfortunata vita, fu afflitto da diversi difetti congeniti: un leggero strabismo, la spina dorsale deformata, uno sbilanciamento del bacino, sei centimetri di differenza in lunghezza tra le gambe; il ginocchio destro fu affetto da varismo mentre il sinistro da valgismo, nonostante un intervento chirurgico correttivo. Per via di tale malformazione, secondo altre fonti dovuta alla poliomielite o alla malnutrizione, i medici lo dichiararono invalido e gli sconsigliarono di praticare il calcio. E’ pensare che c’è stato chi, per molto meno, ha chiuso la propria carriera. Purtroppo, oltre che dai successi sportivi, la sua vita fu scandita dalla distruttiva passione per gli alcolici e per le donne. Morì prematuramente all’età di quarantanove anni, per le conseguenze di una cirrosi epatica e di un edema polmonare, in condizioni di indigenza e degrado. EZIO VENDRAME – Il “George Best de noantri”, anarchico e romantico fuori dal campo, esteta e sopraffino dentro, pagherà una certa idiosincrasia verso le combutte e i meschini giochi di potere. Accettò la somma di sette milioni delle vecchie lire, a fronte delle 44 mila come premio partita. Ebbene, per ripicca contro i tifosi locali in vena di sberleffi, decise che era il caso di fare il campione. Segnò due reti, una su calcio d’angolo, come promesso ai supporters avversari posti nell’angolo dello stadio, Si narra che prima di batterlo si soffiò il naso con la bandierina. Segnerà una doppietta, di cui una direttamente dal calco d’Angolo. Fast and Furious, e al diavolo i sette milioni… EDUARD STRELTSOV – La prima vittima politica del calcio. Campione sovietico negli anni ’50, fu improvvisamente portato in un gulag a seguito del suo carattere libertino e troppo votato all’anarchia, rifiutando le forme politiche comuniste che all’epoca gestivano le sorti del paese. Dopo una festa al Cremlino in cui disse qualche parolina di troppo nei confronti della moglie di un senatore, fu accusato dello stupro di una ragazza e internato in un gulag, ovviamente la messa in scena fu studiata dal governo russo per mettere fuori causa un contestatore che diventava sempre più scomodo. Gli si promise la partecipazione ai mondiali se avesse firmato la deposizione delle sue accuse, cosa che chiaramente non avvenne mai. Era considerato uno dei migliori calciatori russi assieme con Peter Yashin. Morirà diversi anni dopo la prigionia, senza per questo non pagare le conseguenze della sua detenzione che gli è costato un cancro mortale. No ai compromessi, si alla lealtà intellettuale al di sopra di ogni cosa… PAOLO DI CANIO – Le grandi giocate del giovane Paolo nella Lazio, una carriera che aumenta d’intensità e raggiunge grandi club, gli eccessi che ne frenano la definitiva ascesa, limitata da comportamenti al di fuori delle righe. Pagherà caro il saluto romano alla curva laziale, così come una spinta all’arbitro quando giocava nella Premier. Ma molti lo ricordano anche per la grinta, per la passione e per il fair play, che toccò il suo apice quando, sempre in Premier, evitò di battere a rete perché un avversario era a terra dolorante. Cento giorni da leone ed un giorno da pecora, ma sempre e comunque un genio libero da catene… CARLO PETRINI – Una carriera modesta, che tocca il culmine con l’approdo al Milan di Nereo Rocco. Ma ciò che ha consegnato alla storia ha tutt’altra rilevanza, ha ben altri scopi, seppur nobili al pari di una carriera da campione. A seguito dello scandalo totoscommesse del 1980 in cui viene condannato, dopo il ritiro dai campi si decide a confezzare le magagne di un calcio malato già ai suoi tempi, dove doping e combine erano all’ordine del giorno ,fuori da ogni controllo e lontano da ogni sospetto. I suoi libri-denuncia hanno portato a conoscenza di pratiche anomale di un pianeta calcio senza pudore, già sporcato dalle piaghe che soltanto oggi ammettiamo di esserne caduti preda. E’ morto lo scorso anno, ma non moriranno mai le sue confessioni che aiuteranno le generazioni future a sapere chi ha fatto calcio e in che modo, quello peggiore, quello lurido e diffamatorio strettamente collegato alla sete di potere e denaro. La voce della verità parlerà attraverso i suoi libri… DIEGO ARMANDO MARADONA – Ne vogliamo parlare? Poche parole, allora, il profeta del calcio, colui che ha promulgato il verbo, che ha scritto le tavole del pallone. Avrebbe potuto vincere di più, avrebbe potuto durare di più, se non fosse stato per un maledetto vizio che lo ha portato da testimonial contro la droga a tossicomane incallito. Né uscirà una volta e per tutte quando oramai la carriera di allenatore gli apre le porte. Anche per lui una vita di eccessi, di errori, di scelte sbagliate e affrettate, di reazioni spropositate, sempre nel mirino dei giornalisti, mai lontano dai riflettori. Ma è questa la vita di Maradona, la leggenda degli uomini straordinari… GEORGE BEST – Le donne e l’alcol lo hanno consumato letteralmente, riducendolo a divenire un senzatetto, oltre che una larva, prestando il volto alle telecamere per lanciare un messaggio ai giovani, ai quali disse di non ridursi come lui. Morirà qualche giorno più tardi una delle più grandi mezz’ale che la storia riconosca, dribbling fulminante e classe da vendere, porterà il Manchester ai vertici per poi cadere in un abisso, tra i fumi degli alcolici e l’amore per le donne e la bella vita, quella ai limiti, quella che dà alla testa. Un campione che ha perso la partita più importante… PAUL GASCOIGNE – Una lunga e incredibile storia di una vita oltre i limiti. Calciatore dotato di grande estro e doti tecniche inopinabili, non è riuscito a lasciare il segno nel mondo del calcio a causa della sua grave dipendenza dall’alcol, che ultimamente lo ha portato ai limiti del coma. Durante la sua carriera erano noti a tutti i sui scherzi ai compagni di squadra e le “gag” con chiunque si mettesse in contatto con lui, allenatori compresi. E’ famosa la storia che racconta di un viaggio in pullman con la squadra delle Lazio, dove, seduto al fianco di Zoff, allora tecnico biancoceleste, in una galleria, approfittando del buio, si denuda completamente, per continuare a sedere e a colloquiare con il mister come se nulla fosse accaduto, scatenando le risate di tutti i presenti. Un clown poco sobrio ma dai piedi d’argento…
Sei come sei. Un inguaribile “matto da legare “, un istrionico burlone, un anticonformista incallito, un uomo a cui piace giocare con la vita, non solo in campo, anche se spesso la vita ti lascia più di una sconfitta, mettendoti con le spalle al muro, faccia a faccia con problemi, molto spesso i fantasmi dei propri vizi, delle proprie debolezze. Il calcio ha visto queste figure intrecciarsi lungo la propria storia, in ogni epoca, quasi ad evidenziare che c’è sempre e ci sarà un calciatore che esce fuori dagli schemi, che eccede oltre che in una giocata, in un dribbling, in una grande parata, in un numero da applausi.
I miti del calcio hanno quasi sempre qualche scheletro nell’armadio, qualcosa da cui nascondersi, un ombra che lo seguirà per tutta la sua esistenza e anche oltre, quando gli echi delle sue gesta verranno riesumate, accompagnate sempre e comunque da quelle storie, simpatiche o maledette, che ne hanno caratterizzato l’esistenza sportiva, oltre che la vita di tutti i giorni.
Questa è una classifica speciale, senza posizioni, senza “zona podio ” o “cucchiaio di legno “, senza premi particolari per meriti sportivi, vuole soltanto essere un modo come un altro per ricordare gli uomini, le gesta sportive e quelle extracalcistiche che ne hanno caratterizzato la carriera e conseguentemente ciò che hanno lasciato alla storia, grandi numeri, storie speciali e aneddoti da leggenda, in grado di renderli eternamente “geniali e senza regole “, oltre ogni convenzione sociale, al di là di qualsiasi schema in cui li si voglia inquadrare.
Dieci calciatori fuori dal normale, dieci storie d’amore e di passione, per il calcio e per la vita, perché per loro è stata una vita per il calcio ed il calcio è divenuto vita.