Prima sconfitta stagionale per il Napoli di Benitez, battuto ieri sera dall’Arsenal per 2-0 all’Emirates Stadium nella seconda giornata di Champions League.
Una sconfitta che ha un sapore amarissimo per gli azzurri, perché hanno subito pesantemente il gioco dei padroni di casa, i quali hanno dominato senza alcuna difficoltà il Napoli, che è apparso come la brutta copia di quello visto e ammirato nell’eroico successo per 2-1 contro il Borussia Dortmund nell’esordio europeo di due settimane fa.
L’approccio alla partita di ieri sera è stato totalmente sbagliato, perché il Napoli non è entrato in campo né con piglio autoritario, né ha mantenuto il possesso palla e né è stato preciso e veloce nel farlo girare, poiché è stato di proprietà degli avversari per tutti i novanta minuti. L’allenatore spagnolo aveva anche raccomandato ai suoi giocatori di fare particolare attenzione ai primi venti minuti del match. Ciò non è stato possibile grazie ai meriti dei Gunners e ai demeriti degli azzurri. Perché è’ vero che l’Arsenal non ha permesso al Napoli di respirare per via della sua forte intensità nel possesso palla preciso e veloce, mantenuto magistralmente, ma è anche vero che gli azzurri sono entrati sul terreno di gioco troppo passivi.
I Gunners, infatti, in quindici minuti hanno archiviato la pratica, grazie alle reti di un incantevole Ozil e di un caparbio Giroud, sfruttando le chiusure difensive troppi molli di Britos e Zuniga. Dopodiché: partita in discesa e pilota automatico per i padroni di casa, che dominano con il possesso palla e controllano senza affanni gli azzurri, che arrivano sempre secondi su ogni pallone, non riescono a impostare il loro gioco, una volta ottenutone il possesso. Gli ospiti non manifestano nessuna reazione, dopo l’avvio shock della gara. I due schiaffi paralizzano ancor di più i giocatori di Benitez, tanto da non creare nessuna azione pericolosa per tutto il primo tempo.
Nella seconda frazione di gioco il copione non cambia. Il Napoli esce dagli spogliatoi sempre paralizzato e mai pericoloso, neanche quando subentra Mertens a uno spento Pandev, incapace di dare profondità alla squadra e non supportato dai compagni, in particolare dagli sterili passaggi e inserimenti di Insingne e Callejòn. Il belga è l’unico a mandare segnali positivi per gli azzurri, provando un paio di conclusioni a giro, non impensierendo granché il portiere avversario. Invece, l’Arsenal ritorna in campo sempre proprietario della palla e, nonostante il piede alzato sull’acceleratore, sfiora addirittura sugli sviluppi di un corner la terza rete con Koscienly, evitata da un grande riflesso di Reina. Non succede più niente di emozionante nei minuti successivi, che scorrono interminabili fino al triplice fischio del serbo Mazic.
Una partita assolutamente da cancellare, in cui non va evidenziato solo l’approccio negativo, ma anche la condizione psico-fisica, perché gli azzurri non sono stati concentrati e lucidi, ma lenti e stanchi nelle gambe, forse dovuto al cambio della preparazione atletica, non più riservata a Pondrelli, ma a Paco de Miguel, scelto proprio da Benitez. Il nuovo preparatore atletico ha cambiato i vecchi programmi a cui erano abituati i giocatori azzurri, che hanno abbandonato la vecchia fede atletica delle corse e delle ripetute nei boschi, convertendosi così al credo del pallone che corre di più e i calciatori di meno, concentrandosi sulla rapidità e sull’esplosività attraverso intensi esercizi con la palla.
Dunque, la domanda, che si porge è: è stata solo una serata storta ieri o è un problema di preparazione? Saranno i giocatori a darci una risposta.