Sempre di corsa, bruciando le tappe. Con il pallone tra i piedi e l’azzurro addosso. Che sia del Napoli o della Nazionale, poco importa. Gennaro Tutino è nato per essere stella. Eppure, quell’atteggiamento spavaldo e da scugnizzo che mostra in campo, d’improvviso sparisce lontano dal prato verde. A Casorate Sempione, nel raduno dell’Under 17 che ieri è volata negli Emirati Arabi per il Mondiale di categoria, Genny ha ripercorso gli ultimi mesi vissuti a mille all’ora sull’onda delle emozioni. Dall’argento europeo con la Nazionale di Zoratto, al primo anno in Primavera sotto età. Dal gol in finale di Coppa allo Juventus Stadium, al ritiro con Benitez. Dalla fascia di capitano alla Youth League, la sua Champions: “L’emozione che si prova ad affrontare Arsenal e Borussia Dortmund è indescrivibile – racconta Tutino -. C’è una grande differenza tecnica e tattica nel giocare una gara di Primavera e una di Youth League. Devi pensare prima, devi essere svelto di testa prima ancora che nelle gambe. L’intensità è mostruosa. Il livello è molto vicino a quello delle nazionali”.
Lui e l’Italia Con l’Italia di Zoratto ha iniziato presto. Lui, classe ’96, era già nel gruppo dei ’95: “È importante giocare sempre ad alti livelli, confrontarsi con gente più grande e smaliziata ti fa crescere. Il Mondiale? Siamo vice campioni d’Europa e siamo ambiziosi, puntiamo al massimo, la delusione per la finale dell’Europeo persa ai rigori è stata enorme”.
Lui e il Napoli Due mesi dopo quella finale, Tutino si è ritrovato a Dimaro in ritiro con Benitez: “Esperienza fantastica. All’inizio avvertivo la pressione, anche dei tifosi. Sa, un napoletano nel Napoli è sempre una cosa speciale”. Sui social network girava una foto di Tutino in versione rapper con Armero e Zuniga. “Altro che colombiani, loro sono più napoletani di me. Li adoro. Mi hanno aiutato tantissimo dentro e fuori dal campo”. Con Saurini “ho un buon rapporto, da ex attaccante mi dà consigli” e quella fascia “all’inizio un po’ pesava, l’idea di dover essere d’esempio un po’ mi spaventava”. Poi il ricordo più dolce: “Il gol alla Juve in finale di Coppa, ho ancora i brividi”. E anche gli occhi lucidi. L’azzurro gli scorre nelle vene. Ora sotto col Mondiale, ma presto l’obiettivo sarà il San Paolo con i grandi.
Fonte: La Gazzetta dello Sport