FRANCESCO MORIERO – Dal ’94 al ’97 in giallorosso, 76 presenze e 8 reti, la maturazione tecnica e la conquista della nazionale, con la quale riuscirà a disputare anche un mondiale. Esterno destro dotato di buona tecnica individuale, rapido e veloce nell’uno contro uno…. …sempre Moriero, qui con la maglia del Napoli, con cui disputò solamente 24 gare dal 2000 al 2002, riuscendo a segnare soltanto un gol, essendo vittima di una serie di infortuni che lo fermarono in maniera determinante. Molti definirono l’acquisto un azzardo, considerando le condizioni fisiche risapute del calciatore. Sarà il Napoli la sua ultima squadra, attualmente è un allenatore in cerca di affermazioni… ROBERTO POLICANO – Il giovane Policano esplode nella Roma (35 presenze – 5 reti) dall’87 all’89, trampolino di lancio per l’avventura nel Toro, dove si consacra come uno dei più promettenti centrocampisti del momento… …dal ’92 al ’97 si stabilirà al Napoli (92 presenze e 12 gol) dove completa un percorso di maturazione che lo vedrà spesso schierato in altri ruoli, fino a trovare una collocazione che si sposa con le sue caratteristiche fisiche, il terzino sinistro “di sfondamento”. Soprannominato “Rambo” per ovvie ragioni, lo si ricorda per le sue “fucilate” che hanno fruttato alcuni gol e tanti lividi agli avversari che vi si contrapponevano… …nel ’90 Bianchi approderà alla Roma, dove, complice una cattiva annata sotto l’aspetto degli acquisti, ma anche per colpa di alcune profonde divergenze con la società, non riuscirà a dare la stessa impronta che lo ha contraddistinto dell’avventura a Napoli, dove vi tornerà nel 92/93 per intraprendere le redini di direttore tecnico, figura che non gli si addice e che lascerà l’anno seguente. CARLO MAZZONE- Core de Roma, classico “animale da panchina”, sarà anche lui vittima degli insuccessi in patria, A Roma dal ’93 al ’96, arriverà a Napoli per la stagione ’97-98, dove avrà la sfortuna di essere capitato in azzurro nel peggior momento possibile, ai limiti del fallimento, progettuale ed economico, della società partenopea. Indimenticabile figura tra il comico e il saggio, soprattutto a Napoli gli si sarebbe potuto concedere qualche privilegio in più, magari forse oggi avremmo ben altri ricordi… ZDENEK ZEMAN – L’esempio dell’allenatore incompiuto, tanta tecnica, metodi che sono divenuti geniali e oggetto di studio, mai però i risultati sono arrivati a confermare quanto di buono c’era sotto l’aspetto teorico. Un quarto ed un quinto posto in giallorosso gli apriranno le porte della mancata conferma in capitale. Vi tornerà nella stagione 2012-13, ma i risultati saranno gli stessi, nonostante le aspettative fossero beneauguranti… Nel neopromosso Napoli, nel 2000, dura sei gare, il tempo di fare due punti e di essere messo alla porta dal presidente Corbelli. Forse troppo poche sei gare, forse troppo innovativi e rischiosi i suoi metodi ed i suoi schemi, sta di fatto che anche l’esperienza napoletana verrà chiusa con un nulla di fatto. JONAS THERN – Dal ’92 al ’94 lo “svedesone” del centrocampo azzurro comincia in sordina per poi divenire uno dei fulcri del centrocampo di Lippi, che conquisterà la zona Uefa grazie anche alle sue prestazioni…. …la Roma si accorgerà di lui e lo porterà all’Olimpico, dove vi giocherà fino al ’97 (59 presenze e 3 reti) altalenando ottime prestazioni a momenti di black out. …dal ’92 al ’94 Nela giocherà 34 gare in azzurro quando la sua carriera stava per conoscere la via del tramonto. MORENO FERRARIO – 311 gare e 8 gol in maglia azzurra, un beniamino, un sempreverde, un buon difensore dotato di una buona visione di gioco ed un senso di posizione che lo ha spesso messo una passo in avanti rispetto agli altri. Purtroppo a Napoli lo ricorderanno anche (e forse soprattutto) per quel maledetto autogol contro il Perugia che frenerà la corsa del Napoli verso la vetta della classifica nel campionato ’81… ..in fase calante, Ferrario con la Roma riuscì a giocare 12 gare per poi essere relegato in panchina e, a fine anno, ceduto all’Avellino, chiudendo un’esperienze non propriamente felice. GIUSEPPE GIANNINI – “Er Principe”, con 318 presenze e 49 gol resterà nei ricordi dei tifosi giallorossi come uno dei giocatori più amati della storia, per senso di attaccamento, stile e tecnica in campo, che ne faranno un gran bel centrocampista, frenato troppo spesso da infortuni e dall’abbondanza di colleghi nel suo stesso ruolo nello stesso periodo… …a Napoli Giannini ci verrà per mettere le toppe ad una squadra fallimentare e ai limiti della retrocessione, giocandovi nel ’97 soltanto 4 gare (fu voluto da Mazzone). ANGELO SORMANI – In giallorosso per una stagione (’63-64) giocherà 25 gare senza lasciare il segno, e venne così ceduto perché qualcuno non credette in lui (farà poi sfracelli col Milan).. …a Napoli Sormani ci verrà dal ’70 al 72, giocandovi 53 gare e segnando 7 volte, lasciando un ottimo ricordo di un calciatore professionale, tecnicamente superiore alla media (non per altro ha giocato nel Santos con Pelè) che ha pagato un po’ troppo una lentezza di manovra che, in Italia, ha avuto un certo peso sulla carriera di diversi ottimi calciatori. …della buona stella di Fonseca ne approfitterà la Roma, che lo acquistò per 17,5 miliardi di lire più il cartellino di Benny Carbone, che approdò in azzurro. Vi rimarrà fino al ’97, deludendo le attesa (65 presenze e 20 gol in giallorosso). CLAUDIO RANIERI – Al Napoli dal ’91 al 93, anni in cui il Napoli disputò ottime annate, nonostante vivesse in maniera piuttosto deprimente l’addio improvviso di Maradona. Le sue capacità sono resistite nel tempo, la Roma se ne accorse nel 2009 quando venne guidata dal tecnico che finalmente approda nella sua terra. Durerà fino al 2011, tempo utile per raccogliere i cocci dei propri insuccessi e per confermare la legge che vuole che difficilmente si riesce ad essere profeta in patria. Ha allenato molto anche all’estero, dove risiede ancora oggi, nel principato di Monaco, allenando la squadra del ricco proprietario del club. MORGAN DE SANCTIS – Il prossimo avversario degli azzurri, il portiere che per quattro anni ha ridato una certa stabilità alla figura del portiere nel Napoli, troppo spesso delineato come un ruolo scomodo e difficile, soprattutto quando si difende la porta partenopea. In 147 gare in maglia azzurra non sono mancate le polemiche, concluse con il suo addio preannunciato qualche mese prima, verso una squadra che lo accoglie a braccia aperte…
Anni di battaglie, di sfide, di strascichi polemici. Ma anche scambi di mercato, scelte di vita, necessità di abbracciare determinati obiettivi in determinati contesti. Anche questo compone il puzzle della sfida “eterna” tra la Roma ed il Napoli , due società che storicamente hanno avuto spesso similitudini per ciò che riguarda il cammino intrapreso e i conseguenti risultati raggiunti, ma anche l’impronta di blasone che hanno sempre lasciato è pressoché simile, trattandosi di due società notoriamente difficili da gestire, vuoi per le piazze calde in cui riversano milioni di appassionati tifosi che vivono la squadra diversamente da come si vive altrove, ma è anche vero che questa sconfinata ricerca della vittoria ha portato a catastrofiche annate con altrettanti insuccessi che sono sfociati in contestazioni e attestati di disaffezione. Come per dire, estremi in entrambi i casi, nella gioia e nel dolore…
Restando in ambito di mercato, sono davvero tanti allenatori e giocatori che si sono avvicendati in entrambi le compagini, potendo così annoverare nel proprio curriculum esperienze tali da aver acquisito un bagaglio molto utile per ciò che riguarda il temperamento, che spesso ha condizionato l’andamento di interi campionati. Roma e Napoli così diverse eppure così simili, chiedetelo ai protagonisti che hanno indossato entrambi le maglie. Buona visione!