Marco Ferrante, due squadre nel cuore. Napoli, dove è cresciuto, e Torino, dove si è consacrato a livello nazionale. Le due città tra le quali si divide ancora, la vita e il lavoro al nord, la famiglia d’origine e gli affetti al sud. 42 anni, il bomber di Fuorigrotta ha da poco preso il brevetto per diventare direttore sportivo.
Sarà allo stadio oggi? «No, vedrò la partita in tv, soffro troppo».
Domanda scontata: per chi tifa? «Lo tengo per me».
Addirittura…«Sono tanto legato a entrambe le squadre. Sono entrato nella storia del Torino e per me questa è una cosa imparagonabile. Ma nel Napoli ho mosso i primi passi come calciatore. E rimane comunque la mia città».
Che partita sarà oggi? «Una partita non facile per il Napoli. Il Torino si mette tutto dietro la palla ed è bravo a ripartire. E gioca a calcio. Tra le piccole secondo me è la squadra più attrezzata per salvarsi. È una squadra sorniona che sa sfruttare il momento. Ricordate lo scorso anno, quando il Toro andò in svantaggio e non fece nulla per pareggiare, se non sfruttare l’errore di Aronica? E conta su un allenatore come Ventura che sa preparare le partite ma soprattutto leggerle durante la gara».
Il Napoli come deve vincere la partita? «Non spazientirsi. Gli azzurri giocano bene ma il San Paolo può essere un’arma a doppio taglio. Il gol non viene e i tifosi iniziano a spazientirsi. Contro le piccole se non gira tutto bene all’inizio magari si va incontro a troppe sofferenze».
Chi saranno i protagonisti? «Troppo facile dire Higuain e Cerci. Due giocatori di categoria superiore. L’argentino, insieme a Strootman, è il giocatore più forte arrivato in serie A quest’anno. E ho l’idea che possa fare di più, molto di più, di quanto fatto, di buono, a inizio anno».
Fonte: Il Mattino