Roma, Juve, Napoli. In tre al tavolo scudetto, come negli anni Ottanta. La Juve del Trap bruciò allo sprint i giallorossi di Liedholm e gli azzurri di Marchesi, era il campionato 1980-81. «Per il calcio italiano è molto bello che sia tornata questa lotta a tre per lo scudetto tra Juve, Roma e Napoli. Lo definirei un braccio di ferro da vecchia osteria. Si deciderà tutto in primavera, come sempre. I campionati non si vincono adesso ma con i primi caldi tra l’altro più difficili da sopportare climaticamente in località come Roma e Napoli rispetto a Torino».
Ci dia le percentuali scudetto?
«Trentatre per cento Roma, trentatre per cento Juve, trentatre per cento Napoli. C’è grande equilibrio, a volte la differenza la fanno i particolari. Ad esempio devi essere fortunato a non avere troppi giocatori fuori per infortunio, soprattutto gli uomini chiave devono stare bene».
Un uomo chiave per il Napoli è Higuain?
«Assolutamente. Si è riscattato da campione con due gol contro il Torino dopo un periodo delicato per un infortunio. Un grande attaccante, completo, di esperienza internazionale. Lui è uno di quelli che sarebbe importante avere sempre a disposizione».
Il segreto di questa grande partenza è Benitez?
«Benitez è il vero fuoriclasse di questo Napoli. Ha una grande esperienza, ha vinto dappertutto: il suo carisma è fondamentale. E poi è l’allenatore ideale per una piazza passionale come Napoli, riesce a gestire al meglio le pressioni e l’entusiasmo».
Un approccio diverso quello di Rafa: giorni liberi a metà settimana, tanti sorrisi e poche tensioni…
«Un approccio che sta funzionando perché viene da un’altra cultura e porta con sé la serenità e la sicurezza di chi ha vinto tanto. In Italia la pressione mediatica, l’attenzione sul calcio è incredibile, difficile per noi italiani vivere le partite in maniera disincantata».
Benitez, Conte e Garcia: chi preferisce?
«Stanno facendo tutti e tre benissimo. Juve, Roma e Napoli sono ai vertici con pieno merito, ottengono risultati e giocano un ottimo calcio. Garcia è perfetto per Roma, Conte è un mio ex allievo e conosco bene il suo valore, Benitez è tra i tecnici che ha vinto più di tutti. Difficile scegliere».
Domani Fiorentina-Napoli, che partita sarà?
«Una partita difficile per il Napoli, un altro esame importante: se gli azzurri riescono a superarlo avranno ancora maggiore convinzione. A Firenze mi è capitato di prendere qualche batosta da avversario, poi ho allenato lì e conosco bene l’ambiente, la spinta del pubblico è molto forte. E Montella mi piace molto per come fa giocare i viola».
Anche la Fiorentina potrebbe rientrare nella lotta scudetto?
«La Fiorentina farà un grande campionato come l’Inter di Mazzarri, un allenatore che riesce a tirare fuori sempre il meglio dai suoi giocatori. Ma tutte e due sono una linea sotto Juve, Roma e Napoli».
Hamsik è tra i suoi giocatori ideali?
«Hamsik è un giocatore moderno, completo. Come tutti i trequartisti, i vecchi numeri dieci, può avere qualche problema in termini di continuità. Penso a Kakà, ad esempio, oppure a Cassano. E proprio il ruolo che ti porta a giocare grandissime partite e poi a calare un po’ in qualche altra occasione. Per me lo slovacco del Napoli è tra i centrocampisti avanzati più forti d’Europa».
L’Europa: il Napoli ce la farà nel gruppo di ferro con Borussia Dortmund e Arsenal?
«Può sicuramente farcela e se la giocherà alla pari fino all’ultimo secondo. Il girone è molto equilibrato, le tre squadre sono a pari punti, si deciderà tutto all’ultima partita».
La Champions può pesare sul campionato?
«In questa fase no, più avanti sì. Da febbraio in poi si fa veramente dura con tanti impegni ravvicinati».
Fonte: Il Mattino