Oggi Napoli si riempie il cuore di quella commossa e fastosa gioia che accompagna e contraddistingue i giorni di festa ed i più significativi avvenimenti, meritevoli di essere celebrati “alla napoletana”.
Ed è un giorno di festa anche per il calcio, perché è il giorno in cui, i piedi, il nome, il mito, capace di conferire a questo sport il più inappagabile, strabiliante e prestigioso lustro, attraverso la sua più sublime e solenne espressione, compie 53 anni.
Lui, proprio lui, “il mago del calcio”, colui che ha attribuito un’accezione di senso encomiabile, completa, esaustiva alla “maglia numero 10”, incarnandone, indelebilmente, fascino, ideologie, responsabilità, sogni, ambizioni, velleità, onori ed oneri.
Lui ha insegnato al mondo intero”chi è un numero 10″.
Lui, “l’eterno Re di Napoli”, senza scettro né trono né corona, eletto a furor di popolo ed osannato ed amato dalla sua gente, alla quale, indissolubilmente, sarà legato da un indistruttibile filo invisibile, intarsiato d’amore vero, gratitudine, stima, rispetto, devozione ed ammirazione incondizionata.
Quel viso fiero, i tratti somatici scuri e marcati, scalfiti, ancora, sempre ed ovunque, come il più aulico degli orpelli che adornano il mantello di San Gennaro, ricordano a Napoli ed al suo popolo gli anni in cui raggiunsero la loro suprema ed incontrastata egemonia, grazie all’operato di quel prodigioso monarca.
Lui che ha insegnato al mondo intero che “i sogni si possono realizzare, che il calcio può essere amore e che pure un re, a volte, può cadere”.
Lui che, in controtendenza con quanto ci insegna la storia, recente o passata, a differenza di qualsiasi altro Re, non è giunto a Napoli per tiranneggiare, ma solo per imprimere concretezza ai sogni di questo popolo.
Lui che, quando pronuncia il nome di Napoli, riesce a far brillare due flebili lacrime negli occhi della sua gente ed avvolgerli in un mantello di brividi, perché, quella gente sa che l’emozione intrisa nelle sue parole, narra la storia di un amore semplice, sincero che non conoscerà mai fine né dubbi né remore né diffidenza.
Lui è ed eternamente sarà la favola più sentita, suggestiva, e commovente che Napoli racconterà e che mai si stancherà di tramandare, di generazione in generazione, con il medesimo, sconfinato, amore.
Lui che, a dispetto di quanto asseriscono i saccenti “professori del pallone”: “è meglio e’ Pelè!”
Buon compleanno, Diego.
Buon compleanno, “Dio del calcio”.
Buon compleanno, “Re di Napoli”.
Luciana Esposito
Riproduzione Riservata