Callejon, Mertens, Insigne, Fernandez: tutte le scelte di Benitez. Con una sola certezza: Gonzalo Higuain

BenitezLa domanda s’insegue costante: e stavolta cosa mai accadrà? Le sorprese sono all’ordine del giorno ma Juventus-Napoli va al di là della consuetudine, spinge a cercare certezze (e anche gli equilibri) giusti: però nella Castelvolturno avvolta (come sempre) nel mistero, c’è qualcosa di nuovo e pure d’antico che ondeggia tra le linee, con le casacchine che illuminano d’immenso e chissà se stavolta ingannano. La formazione è un rito che si consuma nella penombra dell’ufficio di Rafa Benitez, in quei metri quadrati dai quali si cerca di non lasciar sfuggire neppure uno spiffero: è pretattica o forse, più semplicemente, un percorso personale per arrivare agli undici, ma capita spesso che ci siano differenze sostanziali tra ciò che si veda in campo (in allenamento) e quel che viene poi presentato in partita.

PRIMO DUBBIO – Il «magnifico» Lorenzo va in giro con il «fratino» catarifrangente: in altri tempi, e seguendo dinamiche diverse da quelle attuali, sarebbe un’investitura bella e buona; ma in quella seduta del sabato mattina che sa di tanto (e contemporaneamente di niente) a restar fuori è Josè Maria Callejon. Strano e dunque non necessariamente vero: perché Benitez osserva, scruta, valuta e poi decide e non ha bisogno di stuzzicare i suoi attraverso questi messaggini subliminali che talvolta hanno indicazioni pari allo zero. Ma è Juventus-Napoli e quindi vale qualsiasi cosa: pure tenere un ballottaggio tra le linee, avendo lo spagnolo un minutaggio altissimo (le ultime tre sistematicamente giocate) e potendo Lorenzo Insigne far male, con quelle gambe che nelle ultime sfide – invece – sono state tutelate (una sola dall’inizio, con il Catania; poi due panchine e un part-time che gli ha giovato fisicamente e psicologicamente).

SECONDO INTERROGATIVO – In difesa, la linea è tracciata almeno sugli esterni: Christian Maggio fa il destro, Pablo Armero fa il mancino e il resto va calcolato con l’immancabile tabellina, dalla quale conviene però tener fuori Albiol (il leader e inevitabilmente l’intoccabile). Ma Federico Fernandez non è più uscito da Marsiglia (il 22 ottobre) e sarebbe alla sesta consecutiva: un tour de force e tanta fatica inducono alle riflessioni, nonostante i centrali della retroguardia consumino assai meno di centrocampisti e mediani e laterali. Di conseguenza: 55% di competenza a Fernandez, il rimanente 45% è di Paolo Cannavaro, che non ne gioca una da titolare da quarantuno giorni (con il Sassuolo) e che certo non tremerebbe in un match di così alta tensione.

LE SICUREZZE – Pepe Reina è un totem e però alle sue spalle (in panchina) si ripresenta Rafael (con Colombo), rientrato nell’elenco dei convocati dopo l’affaticamento muscolare che mercoledì sera gli ha negato la Champions League al San Paolo contro il Marsiglia. Ma Rafa Benitez può anche tirare un sospirone di sollievo e godersi l’abbondanza nel bel mezzo della difesa: Miguel Angel Britos aveva fretta, e s’era capito, di dimenticare la lussazione alla spalla rimediata all’Olimpico di Roma il 18 ottobre. Una ventina di giorni gli sono bastati per ritrovarsi in gruppo, per andare a vivere il clima d’un match particolarissimo, per sussurrare presente, magari a mezzo servizio, però già pronto poi per offrirsi al tecnico alla ripresa, con il Parma.

E LE STAR – Il resto è scritto nel marmo: Gonzalo Higuain è il centravanti e non ce n’è per nessuno; e alle sue spalle si scalda Marek Hamsik, che ha potuto rifiatare quanto basta mercoledì sera, assieme a Valon Behrami, assenti giustificati (in avvio) perché all’orizzonte, in quel momento, c’era una Vecchia Signora. Eccola qui.

Fonte: Il Corriere dello Sport

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