WILLIAM GARBUTT – NON esisteva alcun “mister” prima di lui. Willy Garbutt fu il primo ad essere chiamato così dai suoi calciatori. Poi la moda siè allargata nel tempo ai suoi colleghi, fino a diventare consuetudine.Fu allenatore del Napoli dal 1929 al ’35 dando lustro alla storia calcistica partenopea. AMEDEO AMADEI – La sua carriera di allenatore tra i professionisti fu legata solo al Napoli all’epoca di Achille Lauro, la cui presidenza gli causò alcuni problemi che lo spinsero ad allenare in seguito solo la nazionale femminile, a titolo gratuito; per il suo lavoro in Campania fu premiato con il Seminatore d’oro per la stagione 1957-1958. Sulla panchina azzurra è stato dal 1959 al ’61. ERALDO MONZEGLIO – Nel 1949-50 arrivò al Napoli, che allenò fino al 1955-56, diventandone l’allenatore che è rimasto per più tempo consecutivamente alla guida della squadra partenopea, primato che tuttora resiste. GIANNI DI MARZIO – Dal 1977 al 1979 è al Napoli, dove ottiene il quinto posto in classifica, piazzamento Uefa, perdendo una finale di Coppa Italia a Roma contro l’Inter. È costretto a lasciare durante la seconda stagione a favore di Luis Vinicio. BRUNO PESAOLA – Uno dei più amati tecnici della storia azzurra, vuoi per il suo attaccamento ai colori, ma anche per la passione mista a sarcasmo che usava nel suo rapporto con l’ambiente. La sua prima panchina è quella della Scafatese, in qualità di giocatore – allenatore, nel campionato 1961-1962; durante la stagione, con il Napoli che rischia di retrocedere dalla Serie B, subentra a Fioravante Baldi, dando al Napoli la promozione in Serie A, la prima Coppa Italia, consentendo ad una squadra militante in Serie B di vincere il trofeo per la prima volta. Conquista inoltre il primo trofeo europeo (la Coppa delle Alpi nel 1966, dopo aver stimolato con un trucco l’aggressività di Omar Sívori e la porta al secondo posto nel 1968, risultato mai raggiunto prima dalla squadra campana. Come allenatore conquista poi uno scudetto alla guida della Fiorentina nel 1968-1969 (durante la cui permanenza rischiò una pesante squalifica per aver preso un impegno con il presidente del Napoli Ferlaino, una Coppa Italia con il Bologna nel 1974 e anche un’insperata salvezza con il Napoli nel 1982-1983 con al fianco Gennaro Rambone. Nel corso di quella stagione resta famosa l’immagine di Pesaola che abbraccia il rosario prima di un rigore decisivo calciato da Moreno Ferrario.
Nel 1970 gli è stato assegnato il premio Seminatore d’Oro. LUIS VINICIO – Alla carriera da calciatore è seguita quella da allenatore applicando per primo in Italia il gioco all’olandese con il Napoli alla metà degli anni settanta, con cui sfiorò la vittoria del campionato nella stagione 1974-1975.In azzurro dal ’73 fino al ’76 e dal ’78 all’80. ATTILA SALLUSTRO – Una pietra miliare della storia del calcio Napoli, prima da calciatore e poi anche da allenatore. Nel 1960 tornò a Napoli nelle vesti di direttore dello Stadio San Paolo, incarico che mantenne per oltre vent’anni fino al 1981. Nel maggio del 1961 ebbe una breve parentesi come allenatore dei partenopei, subentrando ad Amedeo Amadei nella ultime due gare del campionato. A Ponticelli gli è stata dedicata una via, anche se meriterebbe qualcosa in più, almeno nella sua Napoli.RINO MARCHESI – A Napoli dall’80 all’82 e nella stagione ’84-85. Ha ottenuto le maggiori soddisfazioni professionali quando nel 1981 ha portato il Napoli a sfiorare la conquista del suo primo scudetto, giungendo terzo in classifica al termine del campionato. Sempre a Napoli fu il primo allenatore italiano di Diego Armando Maradona. OTTAVIO BIANCHI – “Il freddo” fece sudare i supporters azzurri, eccitati dal primo scudetto della storia partenopea. Personaggio spesso scomodo per la sua intransigenza, dovette cedere all’insofferenza di Maradona, che spesso lo stuzzicava, conoscendo i suoi consensi forzati. Con Bianchi in panchina i partenopei conquistarono, sempre nel 1987 la Coppa Italia e, nel 1989, la Coppa UEFA. Fu l’ultimo anno sulla panchina azzurra… ALBERTO BIGON – Padre di Riccardo, attuale dirigente e responsabile del mercato azzurro, è un tecnico pacato e mai fuori dagli schemi. Assume la guida dell Napoli del 1989 portandolo alla conquista del suo secondo scudetto nel 1990 e, sempre nello stesso anno, della Supercoppa italiana. Dopo il modesto ottavo posto del 1990-1991 e la conclusione del ciclo “maradoniano”, Bigon lascia il Napoli nel 1991-1992. VUJADIN BOSKOV – Dal ’94 al ’96 sula panchina azzurra, personaggio di grande simpatia ed impatto mediatico, profondo conoscitore del calcio a 360°. Dopo lo scudetto doriano nel ’91 a Napoli arriva per cercare di rimediare ai danni di una società che, man mano, cede i suoi pezzo migliori, proseguendo il cammino con qualche buon giocatore e il resto soltanto calciatori dal talento discutibile. Regalerà perle e proverbi che ancora oggi vengono utilizzati per evidenziare alcuni aspetti calcistici (“rigore è quando arbitro fischia” è di sua proprietà). WALTER NOVELLINO – Nel ’99-00 accetta l’ingaggio al Napoli in Serie B, conducendo gli azzurri ad una promozione esaltante che però non servirà a farlo riconfermare (gli venne preferito il “profeta” Zeman). WALTER MAZZARRI – Non sarà stato simpatico a molti, ma “Walter il mago” ha dato tanto alla società partenopea, che ha allenato dal 2009 al 2013 ottenendo soddisfazioni enormi e consapevolezza di essere un tecnico di spessore. Un suo limite? Forse paga in maniera determinante il fatto di non riuscire a superare quello step utile per vincere i campionati, e a Napoli se ne sono accorti… 5° Rafa Benitez
Quante storie, signori. Ogni stagione, ogni anno, ogni uomo che ha avuto l’onore di sedersi sulla non facile panchina del Napoli ha assaporato nella propria esperienza la passione sportiva di un popolo che vive la fede calcistica in maniera esasperante, ma allo stesso tempo intrinseca di fascino e di coinvolgimento, al punto che non sembra più uno sport ma una ragione di vita. Una stagione in panca a Napoli equivale forse quanto cinque altrove, ma dopo esserci passato, non vorresti più abbandonare il timone.
Grandi uomini, eccentrici e preparati, tecnici di spessore o improvvisati, ex calciatori azzurri oppure “guru ” del calcio di quell’epoca, in molti si sono avvicendati ma non tutti sono rimasti nei cuori dei supporters partenopei. Abbiamo provato a stilare un foto-elenco di tutti colori i quali hanno lasciato un’impronta nel cuore di ogni tifoso, che mai potrà dimenticare di averlo avuto sulla panchina azzurra. Buona visione!