Alla luce dell’ultimo risultato conseguito dagli azzurri, sarebbe troppo facile parlare male della prestazione della squadra, ma soprattutto sparare a zero sull’allenatore.
Non condivido questa critica così eccessiva e gli sbalzi d’umore continui ed altalenanti dei tifosi, legati solo ed esclusivamente ai risultati.
I pregi ed i difetti del Napoli li abbiamo già analizzati dopo la partita contro la Juventus, siamo tutti consapevoli dei limiti della squadra, ma soprattutto dell’assenza di ritmo ed intensità di gioco.
Sabato sera, il gioco e l’intensità del Napoli erano pari ad un elettrocardiogramma piatto: una squadra monocorde, senza ritmo nè accelerazioni.
Tralasciando le prestazioni degli attori principali, non mi sta piacendo quest’approccio troppo morbido e presuntuoso alle partite.
Purtroppo, poi sento tantissime persone parlare della mancanza di Cavani: io penso che al Napoli, invece, manchi di più un altro tipo di giocatore, capace di cambiare il ritmo della gara con accelerazioni e spunti, capace di superare l’avversario e creare la superiorità numerica.
Uno come Lavezzi.
La manovra azzurra ultimamente è troppo prevedibile, perché alquanto lenta: Insigne fa sempre lo stesso movimento e senza Zuniga non riesce più a creare superiorità numerica, nonostante Armero sia uno che spinga; Callejon è un giocatore molto diligente e schematico nei tagli, ma va in difficoltà quando la squadra avversaria non concede profondità; Higuain ha fatto il lavoro che gli competeva, mentre, invece, Pandev vagava in giro per il campo, giocando lontano dalla porta.
Il centrocampo è ormai noto che svolge il compitino: Bherami ed Inler sono due buoni giocatori, ma è proprio lì che serve un top player, un giocatore di personalità che prenda per mano la squadra e decida quando alzare i ritmi e quando, invece, farli calare.
In difesa, fortunatamente, c’è Albiol e purtroppo Cassano è riuscito a far male quando, nel secondo tempo, si è spostato sul lato di Britos.
Ripeto, quanto già detto la settimana scorsa: c’è bisogno di un acquisto per reparto, tutti siamo coscienti del fatto che il Napoli ha una rosa incompleta.
Bisogna si essere critici, analizzare le cose che non vanno bene, ma non distruttivi: il Napoli è una buona squadra, a cui manca veramente poco per compiere il tanto atteso salto di qualità.
Donadoni è stato molto bravo a leggere bene in anticipo la partita, schierando un 4-5-1 molto abbottonato, cercando di colpire il Napoli nelle ripartenze, con la velocità di Biabiany e Sansone sulle corsie esterne e riuscendo a limitare le sovrapposizione e la spinta dei terzini sulle fasce.
Poca aggressività e ritmi blandi hanno poi completato il quadro della partita che si avviava verso un sonnacchioso 0-0. Poi, sul finale, il Parma ha trovato il jolly con Cassano, portando a casa 3 punti immeritati per quanto fatto, mentre un pareggio si sarebbe rivelato il risultato più giusto.
Analizzando il quadro generale della Serie A, in attesa del risultato della Roma, si evince chiaramente quello in cui credo e che ho sempre sottolineato: l’elemento imprescindibile di una squadra è il centrocampo.
Roma e Juventus, a mio modesto parere, dispongono del centrocampo più forte del campionato e la classifica, al momento, non mente.
Ora ci aspetta una partita che è determinante in chiave qualificazione Champions e spero che Benitez, considerndo le ultime prestazioni del centrocampo e l’assenza di Hamsik, decida di schierare un 4-3-3 con un centrocampo più folto, a protezione della difesa.
Il Dortmund, nonostante le assenze non è il Parma ed il Napoli non può e non deve assolutamente essere quello di sabato.
Mister Geppino Marino