Coppa Uefa ’88/89, la traversata di Lipsia tra calcioni e capacità di “tenere botta”

A Lipsia successe quello che non è successo ieri. Quel Napoli, con le dovute proporzioni e differenze, per carità, seppe affrontare la trasferta tedesca con il piglio giusto, contro una squadra che all’epoca era presente sul panorama europeo da molti anni, e che in Bundesliga riusciva spesso a piazzarsi tra le prime cinque. Rispetto alla sconfitta di Dortmund, dove si sono palesati limiti caratteriali e inadempienze tecnico-tattiche scaturite da insofferenza alle pressioni che la partita giustamente reclamava, la trasferta in Germania nel secondo turno di Coppa Uefa 1988/89 venne affrontata con sagacia e consapevolezza nei propri mezzi, che hanno consentito al Napoli di “parare i colpi” di una squadra che, a seguito di una partenza a razzo, sembrava avere i diavoli in corpo tanto erano continui i tentativi e gli attacchi che portarono alla retroguardia napoletana, che, giocoforza, non si concesse all’avversario, ma tentò, riuscendovi, nell’impresa di sorreggere la linea, grazie soprattutto alle capacità e al senso di posizione di Francini e Ferrara, assieme ad uno strepitoso Giuliani, che iddio l’abbia in gloria, i quali furono protagonisti di una prova da “nazionale”, coadiuvati dal gioco di costruzione di Fusi, vero a proprio collante tra difesa e centrocampo.

La cronaca della gara parla di un inizio scoppiettante delle “locomotive” di Lipsia, con Halate e Zimmerlig in vena di rovinare i piani azzurri, grazie anche all’assistenza in mediana del saggio Lidner, diligente e capace di alimentare in maniera scorrevole la manovra dei tedeschi. Il ritmo dei tedeschi non concede pause e gli alleggerimenti dei partenopei non riescono a sortire risultati poiché c’è troppo affanno, forse inizialmente paura ed incapacità di ragionare, sorpresi dal vortice del gioco e dalla supremazia atletica di una squadra che “scoppia di salute” e ha la voglia matta di imprimere nel risultato questa superiorità. Anche Crippa sugli esterni soffre l’intraprendenza di Bredow, il risultato della sua prestazione lo porterà ad essere sostituito nella ripresa da Carannante. Maradona ha il suo angelo custode alle calcagna, Kracht, uno spilungone di 1.90 che rifila qua e là colpetti al limite del regolamento, che ben presto mettono Diego in condizioni fisiche altalenanti, testimoniate dalla sua andatura spesso zoppicante, del resto questi “trattamenti” erano molto frequenti per calciatori della sua caratura, temuti a tal punto da ricorrere spesso ai famigerati “colpi proibiti” atti a limitarne le giocate. Ma il pibe mette subito in chiaro che anche con qualche problema di equilibrio la sua pericolosità rimaneva inalterata, tanto che al 20′ con uno spunto in area spiazza la difesa tedesca, ma nessun compagno e pronto a raccogliere il suo suggerimento.

Il forcing della squadra di Lipsia continua a punzecchiare la porta napoletana, dove il custode Giuliani continua imperterrito nella sua performance di “paratutto“, anche se alla lunga, la preoccupazione è che, di questo passo, il gol possa arrivare comunque. Arriverà soltanto nella ripresa, ma arriverà. Dopo l’ennesimo miracolo del portiere azzurro sul n°10 tedesco Halata, al 67′ Zimmerlig raccoglie un cross dalla destra di Bredow, lasciato ancora una volta libero di amministrare la fascia di competenza, e, di testa, la mette dove Giuliani questa volta non può arrivare. Esplode la “torcida” tedesca, il vantaggio potrebbe demolire le velleità del Napoli, mettendo a repentaglio quella solidità psicofisica che durante la gara gli azzurri si erano costruiti. Il pericolo ben presto si trasforma in forza e capacità di reazione, e nemmeno 10 minuti ed il Napoli pareggia le sorti; azione corale splendida che parte dai piedi di Diego, supportato dall’estro di Careca che mette palla al centro, dove arriva di gran carriera Francini per spingere in rete il pallone dell’1-1 che significherà la fine dell’incubo, poiché i tedeschi, subito l’inesorabile pari azzurro, tirano i remi in barca e dimostreranno poco carattere ed un temperamento fragile come il cristallo. Fino al 90′ la gestione del risultato attraverso i fraseggi e un’attenta amministrazione del gioco a centrocampo consentirà agli azzurri di portare a casa un pareggio dal sapore di qualificazione al terzo turno. Del resto poi, quell’anno sappiamo tutti com’è andata…

 

Ecco il video della gara di Lipsia:

Queste le formazioni che scesero in campo:

lokomotive-napoli-1988-1989

 

 

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