Se si omettesse il risultato della parita di Dortmund e la classifica del girone, probabilmente nessuno troverebbe differenze palesi tra il Napoli di Champions League e quello di Youth League, la Champions dedicata alle giovanili.
Tanti, forse troppi, gli episodi, che rendono, simile a dir poco, il destino degli uomini di Benitez con quello dei ragazzi di Saurini, partendo dalle sconfitte, entrambe beffarde, seppur subite in maniera differente, arrivando alla classifica, che accorpa “i due Napoli” in una sola speranza chiamata Marsiglia.
Analizzando le due partite, si può notare come siano state buone prove di carattere, contraddistinte da episodi sfavorevoli, che lasciano l’amaro in bocca, ma forse anche da qualche errore di troppo.
Gli azzurrini hanno “assaporato” l’amara sconfitta per primi, giocando alle 15 al Montanhydraulik-Stadion, la gara che avrebbe potuto sancire il passaggio del turno partenopeo. Niente da fare, nonostante l’ottima prova della squadra in generale, i miracoli di Contini ed il vantaggio siglato da Tutino, i baby azzurri non sono riusciti a fare punti, subendo nel giro di tre minuti, dal 75′ al 78′, le reti di Kurt, ambedue segnate su tap in vincente del centrocampista Turco, lesto a correggere in porta le deviazioni sul palo (primo gol) e sulla traversa (secondo gol).
Anche se la prima squadra non ha subito una rimonta, ha percepito l’amarezza allo stesso modo e gli episodi, anche in questo caso, sono stati decisivi. L’evento che ha influito di più sul match, è stato anche quello più discusso, il rigore assegnato a Lewandowski, non tanto per aver fischiato il fallo di Fernandez (addirittura ammonito), che comunque resta alquanto dubbio, ma per il minuto (il 9′) in cui è stato assegnato quel tiro dagli undici metri, in una situazione così “normale”.
Il rigore, trasformato da Reus, ha comunque, condizionato la partita, in quanto il Napoli ha dovuto concedere ai vicecampioni d’Europa contropiedi letali per poter attaccare, ma al di fuori della prestazione non sufficiente del direttore di gara, che ha usato uno strano metodo di giudizio per i cartellini gialli, i partenopei hanno commesso qualche errore di troppo, talvolta banale, nonostante la grinta e la voglia dimostrata dai giocatori.
Anche alcuni errori sono paragonabili, ad esempio l’errore di Higuain a tu per tu con Weidenfeller, è comparabile con quello di Tutino, pallone ciccato a 5 metri dalla porta, nonostante, ovviamente, sia ben più grave quello dell’argentino, non solo per la clamorosità dell’occasione e per l’esperienza maggiore del Pipita, ma anche perché l’occasione sbagliata, ha innescato il contropiede del 2-0 marchiato Borussia Dortmund, ai danni della squadra allenata da Benitez.
Altra similitudine, quindi, diventa la classifica, aspetto, forse, più somigliante di qualsiasi altro: tutte e due le squadre erano certe della qualificazione in caso di vittoria con il Borussia, la prima squadra anche con il pareggio avrebbe avuto la certezza matematica, ora invece entrambe si trovano a dover vincere con l’Arsenal e sperare nel Marsiglia, fuori dai giochi sia in Champions che in Youth, che non dovrebbe perdere con i tedeschi.
Difficile si, ma non impossibile, e la “speranza” si sa, è l’ultima a morire…anche nei destini comuni.
Riccardo Nicotra