La vera prova del nove ci sarà solo stasera, quando calpesterà il prato del San Paolo. Il ritorno a Napoli di Walter Mazzarri, sette mesi dopo l’addio, si è già consumato ieri, ma è stato un rientro soft e blindato nella città con cui ha condiviso moltissime gioie e sporadici dolori. Oltre duecento giorni dopo Walter Mazzarri è tornato ieri sera a Napoli con il volo charter Alitalia AZ 08050, partito da Milano Malpensa e atterrato alle 19.01 di ieri a Capodichino. Nessun tifoso azzurro ha atteso il suo ritorno, all’area «Arrivi» dell’aeroporto si sono radunati circa dieci tifosi interisti, pronti a scattare foto e a raccogliere autografi dei propri beniamini. Attesa delusa, perché il pullman dell’Inter, con Mazzarri, Santoro, Fassone, Campagnaro e Rolando (i cinque ex azzurri) è stato dirottato verso l’uscita secondaria, dal varco militare di viale Maddalena: nonostante ciò gli addetti dell’aeroporto hanno salutato con grande cordialità l’allenatore toscano.
C’è invece grande curiosità sull’accoglienza che gli riserverà il San Paolo: i tifosi sono divisi, ma prevale, anche nei sondaggi, la preferenza di chi preferisce applaudire, piuttosto che fischiare, uno dei protagonisti principali degli ultimi quattro anni, colui che condotto il Napoli a vincere una coppa Italia e a centrare due volte la qualificazione in Champions League. Ieri sera la prima accoglienza, con l’Inter che è scivolata via da Capodichino in direzione Mostra d’Oltremare (a due passi proprio dallo stadio) dove, presso l’Hotel Palazzo Esedra, è iniziato il ritiro nerazzurro. Chiuso nel bunker, Mazzarri ha incrociato qualche tifoso, nell’albergo, raccogliendo sorrisi e saluti, poi ha salutato alcuni amici dei suoi quattro anni di Napoli: il ristoratore Procolo Labruna, proprietario del ristorante «Europa» nel quale il tecnico ha cenato diverse volte, ed anche Mimmo Palumbo, proprietario di «Dolci Momenti» a Pozzuoli, che ha omaggiato Walter con un babà.
FONTE Il Mattino