Lorenzo Insigne sfida il suo passato con la voglia di riprendersi il presente e assicurarsi un futuro da protagonista. E’ ancora alla ricerca di un gol in campionato, il folletto azzurro, è chissà che questa soffertissima magia non arrivi proprio stasera, in una sfida delicata sia dal punto di vista materiale che umano. Insigne incontrerà quest’oggi per la prima volta il suo maestro Mazzarri, colui che lo ha fatto debuttare in Serie A un bel po’ di tempo fa e che poi lentamente lo ha plasmato facendolo diventare un campioncino in miniatura. Lo ha fatto adattare al clima delicato e difficile della Serie A, non lo ha mai caricato di aspettative, ricoprendolo di compiti tattici in campo ma di complimenti fuori, conscio del gran talento che sgorgava dai piedi e dalla mente del talento di Frattamaggiore.
UN POMERIGGIO A LIVORNO… – Era ancora un giovane fanciullo quando Lorenzo Insigne debuttava con il Napoli per la prima volta in Serie A. 24 gennaio 2010, una data impressa nella mente e nel cuore. Il Napoli è lanciato nella corsa all’Europa e sta espugnando il Picchi per 2-0 grazie ai gol di Maggio e Cigarini. Mazzarri guarda il giovane talentino napoletano e gli dice: “Scaldati“. Pochi minuti dopo subentrerà per una manciata di secondi al posto di Denis. Un’emozione breve ma intensa.
IN GIRO PER L’ITALIA – Proprio alla fine del mercato invernale la società decide di spedirlo alla Cavese per farlo crescere e maturare. L’anno dopo è Zeman a volerlo fortemente a Foggia, per provare a risalire in B e ricostruire il miracolo pugliese creato nei primi anni 90. In coppia con Sau, Insigne disputa quaranta partite condite da ben ventisei gol. Tutto vano però, il Foggia termina il suo campionato ad un passo dai play-off vedendo andare in fumo i sogni promozione. Obiettivo che Lorenzinho raggiungerà l’anno dopo, in quel di Pescara con Zeman ancora suo maestro. Il Pescara dei sogni vola sulle ali di Insigne – Immobile e Verratti, raggiunge la A da protagonista e regala alla Nazionale azzurra tre giocatori da urlo. Il migliore è proprio lui, Lorenzo il Magnifico, che in un anno gioca 37 partite e realizza 18 gol, tutti fantastici.
RITORNO DA PROTAGONISTA – De Laurentiis guarda estasiato il progresso di quel suo giovane pupillo. Resiste alle pressioni della Roma, ancora su richiesta di Zeman, e dei top club inglesi per affidare al prodotto della “Scugnizzeria” il ruolo difficile di vice – Lavezzi, sbarcato a Parigi nell’indifferenza totale. Il primo anno in A sarà più che soddisfacente: gioca 37 partite (tantissime subentrando dalla panchina), realizzando 5 gol ed assist in quantità.
RAFA REVOLUTION – Il rapporto però con Mazzarri si interromperà bruscamente. Al suo posto arriva Rafa Benitez che porta in seno aria di rivoluzione. Si cambia metodo, sia d’allenamento che di gioco, con un nuovo schema che punta tutto sulla qualità di Insigne. Il lavoro compiuto da Benitez con il talento azzurro è più che meticoloso. Don Rafè trasforma il calciatore partenopeo in un’ala dall’estro e dalla tecnica determinanti, ma capace di aiutare la squadra anche in fase passiva. Prandelli osserva interessato gli sviluppi del fantasista e lo convoca in Nazionale, annunciando di puntare su di lui in ottica Mondiale. Un obiettivo da conquistare però a suon di gol, quelli che per ora latitano. Il numero 24 azzurro ha fatto urlare il suo nome al San Paolo solo in Champions contro il Borussia e ora Benitez vuole un cambio di rotta anche in campionato. Lì dove si costruiscono i sogni, magari dando un dispiacere a chi ha creduto in te fin dall’inizio pur di far esplodere il pubblico della tua città.
Sabato Romeo
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