L’editoriale di Raffaele Nappi: “De Laurentiis e il pranzo di Natale”

Il solito errore difensivo, il solito Higuain ispirato, il solito cecchino dal dischetto del rigore. Il solito Reveillere, ordinato, preciso e timido, che fa il compitino e si concede anche qualche colpo di tacco. Il solito Insigne, che crea tanto ma non riesce ancora a concretizzare una benedetta rete.

Il solito Dzemaili, irruento, fin troppo. Non il solito Behrami, impreciso e nervoso. Un buon Pandev, che si procura il rigore. Un disastroso Maggio, troppo esperto pr farsi passare quella palla alle spalle e causare il vantaggio rossoblù. Il solito Albiol che mette una pezza pure per gli altri. Il solito Reina, che si fa male – purtroppo per lui e per noi – a fine primo tempo.

La partita di stasera sembrava già scritta. Un buon Cagliari che, forte del sostegno del pubblico e del campo di casa, mette in difficoltà un Napoli che non è mai somigliato alla grande squadra apprezzata contro Arsenal e Inter.

La pausa – è proprio il caso di dirlo – viene al momento giusto. E’ arrivato il tempo di capire, e di far capire ai tifosi, che la continuità è l’arma segreta per vincere. Il bel gioco non basta a sopperire una discontinuità a tratti troppo netta per tutti i complimenti di inizio stagione.

Eppure, dopo la partita di stasera, e dopo il Napoli visto in campo, una domanda attanaglia le menti di parecchi tifosi partenopei, ed è rivolta al caro vecchio presidente De Laurentiis: ma chi ha avuto la brillantissima idea di piazzare il pranzo di Natale proprio al centro della setttimana, prima di una sfida non decisiva ma importante e insidiosa come la trasferta in terra sarda? Ci piacerebbe saperlo, magari, così, l’anno prossimo potremmo metterla prima della Juve. Che, tanto si sa, a tavola non si invecchia.

Raffaele Nappi

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