Si chiude l’anno sportivo ed il campionato di calcio si appresta a vivere le ultime battute prima di cominciare il girone di ritorno con alcune consapevolezze che probabilmente diverranno ben presto certezze. Gli azzurri di Benitez hanno sicuramente fatto un’ottima annata, come al solito alternando grandi prestazioni a prove scialbe che decretano ancora una volta la necessità di completare il mosaico non soltanto sotto l’aspetto più pratico in funzione degli acquisti, ma anche per ciò che riguarda il forgiare per bene quella fondamentale mentalità volta alla cultura della vittoria che sarà determinante ai fini della conquista di quel qualcosa di importante che i tifosi oramai aspettano con ansia.
Fino a qui, nulla di nuovo, direte voi, la disamina appena fatta non fa una grinza ed è più o meno quello che hanno detto un po’ tutti gli addetti ai lavori che narrano le vicende degli azzurri. Cosa ci sarebbe da aggiungere? Il classico pelo nell’uovo, diremo noi. E’ pur vero che questa squadra ha più punti rispetto a quella di Mazzarri, ma c’è di contro che siamo sempre lì, a mangiarci le mani per i punti persi e a stropicciare gli occhi per guardare la schiena della Roma e quella ancora più lontana della Juve. Si, d’accordo, è una Juventus da record, ma già essere al posto della Roma sarebbe stato un palliativo importante per concedere l’alibi al gruppo, autore anche di una magnifica cavalcata in Champions dove soltanto la sfortuna di un girone assurdo con una media punti fuori dal normale ha spinto fuori il Napoli dal turno successivo. Ma in campionato, qualche piccolo peccato veniale si è commesso, a cominciare da questa facile attenuante che gli altri hanno fatto miracoli e quindi, di fronte ai miracoli, ben poco si può fare.
Nulla di più sbagliato, “io non ci sto” su questo tentativo di confondere la realtà e non ammettere che questo gruppo ha ancora da imparare che guardare gli altri non porterà lontano, mentre la ricerca di se stessi e della propria dimensione potrà aiutare a ottimizzare la consapevolezza di essere vincenti, allontanandosi così dalle spettro della mediocrità dettato dai continui rimandi di quel famigerato attestato di maturità che decreterà il Napoli una grande realtà del calcio a livello internazionale. Salire questo gradino significherà anche non nascondersi dietro ai fattori numerici, andando alla ricerca del concreto e di ciò che interessa di più alla gente, vincere e vedere i margini di una possibile affermazione in una delle competizioni a cui si prende parte. Quanto ancora bisognerà giocare sul fattore relativo ai miglioramenti in questa ed in quella competizione? Dire di voler far meglio dello scorso anno in campionato o in Champions, senza puntare all’obiettivo massimo, potrebbe essere una pericolosa zavorra che rallenta ancora di più il processo di crescita in atto in questi anni, osare, quindi, potrebbe essere il giusto verbo da coniugare in questa nuova dimensione da ricercare, dove il Napoli vuole vincere senza fronzoli, in barba a classifiche di rendimento e tornaconti sui punti conquistati in precedenza, i successi dovranno essere costruiti su basi solide e su certezze di essere forti e vogliosi di vincere, lasciando ad altri tabelle e numeri che altro non fanno che mettere un muro tra il concreto e le belle promesse.
Che il nuovo anno sia l’anno in cui si possa raccogliere quanto di buono questa società sta facendo, magari alzando un trofeo importante, magari arrivando a giocarsi il campionato grazie ad una meravigliosa rimonta, tutti risultati che possano delineare in maniera chiara la potenza massima di questo gruppo, accantonando i complimenti e le belle parole ricevute negli ultimi tempi, mettendo nero su bianco per scrivere il proprio nome nei palmares delle competizioni a cui si è preso parte. Che ben vengano i record di punti, ma che sia chiaro, qui si vuole vincere!