Il miglior acquisto azzurro del 2013: al secondo posto Dries Mertens

La fine dell’anno si avvicina, e le classifiche incombono. Eppure, questa volta dobbiamo dire che l’uomo in questione ha sfiorato davvero il primo posto nella lista dei migliori acquisti del Napoli nell’anno solare 2013. L’ha sfiorato perché si è dimostrato di una classe impressionante, di una tecnica e una rapidità di gioco e di pensiero a volte spaventosa. Ha fatto meno del terzo classificato – Callejon per la cronaca – ma ha dei margini che superano l’orizzonte del conoscibile.

Chi sarà? Qualche indizio: ha la stessa età di Callejon, per cominciare. A 18 anni eletto milgior giocatore della terza divisione olandese, 180 presenze e 30 gol nella seconda serie, eletto secondo miglior giocatore del campionato olandese, l’anno successivo, dopo un signore come Luis Suarez. 10 gol e 12 assist in 31 partite con l’Utrecht, gol all’esordio col PSV, tripletta appena due settimane dopo. 4 gol, e dico 4, appena un mese dopo. 21 gol in campionato, 27 stagionali col PSV: vince Coppa d’Olanda, con rete decisivain finale, e Supercoppa d’Olanda. Vabbè, l’avrete capito: è Dries Mertens il miglior secondo acquisto azzurro del 2013.

Pareva in svantaggio rispetto a Callejon, eppure è arrivato davanti a lui. Perché? Perché Mertens, così come lo spagnolo del Real, ha sfatato tutti i tabù possibili e immaginabili dopo il suo arrivo. Perché i soliti sapientoni lo definivano “uno sfizio che si è fatto passare il presidente”. Perché ha margini e potenzialità semplicemente impressionanti. Mertens scavalca Callejon perché forse è meno concreto, ma fa paura di più. Crea superiorità ad ogni passo: velocizza il gioco, anima la manovra. Sovrappone, scarta, corre. Fateci caso: Callejon corre guardandosi gli scarpini, Mertens ha sempre – e dico sempre – la testa alzata. Ha visione di gioco, fantasia, coraggio.

Si è saputo ritagliare il suo spazio, partita dopo partita, panchina dopo panchina. Sempre in silenzio, conta il campo. Siamo arrivati addirittura a pensare che Benitez non voglia sprecarlo nelle gare di campionato, quando c’era la Champions, quando c’era da passare il turno.

Mertens si è guadagnato il secondo posto come miglior acquisto del Napoli grazie al suo lavoro continuo e alle sue potenzialità impressionanti. Col Torino, a tratti, ha ricordato Lavezzi, quando non faceva assist, non faceva gol, ma usciva come migliore in campo. Corsa, fantasia e agilità straripanti: è stata quella la sua consacrazione definitiva col popolo partenopeo.

E se Benitez lo risparmiava in campionato per usarlo in Champions, ora che ci rimane solo l’Europa League viene l’acquolina in bocca. Sì, perché diciamocelo, quando gioca Mertens è sempre un piacere.

Raffaele Nappi

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