Storie di striscioni: esposti, rubati, offensivi, goliardici. Storie di invasioni di massa con l’atmosfera della festa che si trasforma in odio. Storie di una rivalità che nasce con il calcio per diventare un caso socio-politico. Verona-Napoli è tutto questo. E anche di più. «Se ci saranno 3.000 tifosi azzurri sarà un ottimo risultato» racconta Andrea Matteo D’Amico, presidente del Napoli club Legnago, unico spicchio d’azzurro del Veneto. «Il Chievo lascia a disposizione tutta la nord, il Verona no». Sono 1.700 i biglietti per la società ospite. Il Verona ne ha venduti meno di mille fanno sapere dalla Questura che, di concerto con la Polizia Municipale, ha creato una zona rossa pedonale attorno al Bentegodi. Il resto solo con tessera del Tifoso e rigorosamente residenza Veneto. Nessuna invasione. «Ma ci saranno, ci saranno – continua D’Amico – arriveranno da tutto il nord. Vorrei festeggiare in campo e poi mangiare la solita pizza sotto casa mia in un locale gestito da amici tifosissimi gialloblu».
In Questura tutto parla meridionale dalla dottoressa Capozzo che illustra l’impegno delle Forze dell’Ordine con elicottero e unità cinofile al capo di gabinetto, Francesco Zunino, napoletano purosangue. «Che sia festa altrimenti non ci faremo trovare impreparati» dicono. Errico Novi nel suo “Verona-Napoli, com’è nato l’odio totale” fa risalire tutto al 1983, anno del passaggio di Dirceu in azzurro: «ora non sei più straniero, Napoli ti ha accolto nel continente nero» fu esposto al Bentegodi. La curva gialloblù frequentava gli hooligan inglesi. Verona è la prima città in Italia dove è stato costituito il settore ospiti. Il 16 settembre 1984 Verona-Napoli 3-1 tenne a battesimo i cori xenofobi. Nel 1986 Domenica Sprint mandò in sovrimpressione le parole. Finì 2-2 con doppietta di Maradona. E poi ancora «Benvenuti in Italia», «Vesuvio lavali» (85/86), «Meglio austriaci che terroni» (88/89), «Napoli pus d’Italia» (Coppa Italia 92/93). Il tifo napoletano cominciò a rispondere con l’ironia. Al «Noi odiamo tutti» contrappose «Noi amiamo tutti». Nel 1996 ventimila banane di cartone e uno striscione: «Giulietta è una z… e Romeo è cornuto» il drappo che ha fatto storia e anche letteratura. Da allora la xenofobia è rimasta. «Ormai è passato tanto tempo. Speriamo sia una festa di sport». Dicono D’Amico e la Questura di Verona. Ai tifosi la risposta anche se sui social sono già partite le offese. Sulla pagina Fb Hellas Verona 1903 si può leggere da «con loro solo violenza» a «prepariamo sassi e bastoni» passando per i classici insulti razzisti come «siete peggio degli africani». Verona-Napoli è già cominciata.
FONTE Il Mattino