Nel Napoli che parla spagnolo arriva, finalmente, un gol tutto italiano. Assist di Maggio e tocco in rete di Insigne. Al Bentegodi corre il minuto numero 27 del secondo tempo: Verona 0 Napoli 2. Ora sì che si può respirare, giocare, cercare gli spazi e persino il terzo gol. Perfetta la scelta dei tempi d’inserimento, apprezzabili la precisione e la rapidità d’esecuzione. Cancellati in un colpo critiche e crisi personale, svaniti in un lampo decine di cross con palla infranta sulle gambe, le schiene, le anche, la testa dei difensori avversari (la stagione di Maggio fino a ieri); messi a tacere con quel tocco di classe del piccoletto di Frattamaggiore i frettolosi profeti del nemo propheta in patria: Lorenzino c’è, e si vede. Appena dentro, rincuora allenatore e tifosi. Giusta la scelta di inserirlo al posto dell’impalpabile Pandev: il fantasista tascabile trova subito la posizione, non sbaglia i primi palloni, un paio di giocate sopraffine, poi l’inserimento nello spazio illuminato da Maggio. Un tocco e palla dentro, un po’ come Mertens contro la Samp.
Un piccolo capolavoro tricolore, il gol dello 0-2 del Napoli, giunto al momento giusto, per mettere al sicuro il risultato e rilanciare la ridottissima pattuglia italiana. Ormai fuori dai giochi Cannavaro, sono soltanto Maggio e Insigne i giocatori made in Italy che difendono i colori azzurri. Lanciato anche a Prandelli un messaggio forte e chiaro. Noi ci siamo, non ti dimenticar di noi. Un messaggio che in verità arriva anche da altre sponde: visti i gol di Florenzi (Roma) e Marchisio (Juve)? Capolavori tutti italiani. Alla faccia degli stranieri che popolano il nostro campionato.
Fonte: Il Mattino