Questo Napoli è un romanzo che ha molti capitoli. Lo smantellamento dell’impianto Mazzarri, la rivoluzione spagnola di Rafa Benitez, le ingenuità, la sfortuna, la società che fa le cose a metà, i calciatori che tentennano ogni volta davanti all’offerta azzurra, Bigon un po’ indeciso e un po’ deriso, De Laurentiis che non si sa se voglia vincere o tenersi a debita distanza dal passo decisivo verso la vittoria, giocatori giusti, giocatori sbagliati, con quelli giusti ad affannarsi per fare pure il lavoro di quelli sbagliati.
L’altrove al Napoli in questo momento non deve interessare. Juve e Roma corrono (va detto che a queste due squadre va sempre tutto dritto), la Fiorentina non molla l’osso Champions e la stagione serba ancora molte opportunità, e non solo in campionato.
Il Napoli nel girone di andata ha battuto il suo record di punti. Mai così tanti, di fatto da proiezione scudetto, ma ancora più di fatto, “solo” terzo posto. Albiol non può difendere da solo, ogni tanto gli capita di andare a folle, Fernandez, Britos e Cannavaro saranno presto un ricordo, ed è inutile fare i tifosi per cercare di sostenere che valgono più di quello che sono. Zuniga è l’unico terzino di affidamento, sempre che rientri presto, e la clausola rescissoria non sia l’avviso dell’addio. Maggio va a corrente alternata e di qualità ne ha poca. Rafa, invece, vuole gente di qualità. Revelliere è un consulente esterno che assicurerà la sua prestazione occasionale fin quando Zuniga non sarà in campo e qualche nuovo acquisto farà il miracolo prima della fine di gennaio. Armero? Non è un terzino e come esterno offensivo Benitez guarda altrove. Mertens, Insigne e Callejon sono in regime di raffinata educazione. Armero di educato avrà la simpatia e il carattere, ma di piede difetta di troppi svarioni. Davanti a Rafael, o Reina, quest’ultimo non si sa se è nel futuro prossimo del Napoli, servono due centrali, uno affianco ad Albiol e un altro per la panchina, e due terzini. Non possono arrivare tutti a gennaio, ma si spera che almeno uno faccia capolino nella Napoli della “ricostruzione” di belle speranze.
A centrocampo, oltre al talento Jorginho, vera sorpresa del mercato di riparazione, le certezze sono Hamsik e Behrami, oltre a Dzemaili ottimo rincalzo per far rifiatare i titolari, parola che sembra faccia impressione. Serve un altro centrocampista, solido, cattivo e dai piedi buoni. Rafa lo vorrebbe per gennaio, buono pure in prospettiva, proprio come Jorginho.
In attacco? Basterebbe solo un fine “ammiratore” di Higuain, uno che in futuro lo faccia riposare quando la battaglia è vinta. Zapata? Per adesso andrebbe sostituito. Ma l’attacco azzurro è l’unico reparto che pare sia già proiettato verso i livelli più alti.
Quello che serve potrebbe arrivare, almeno in parte, a gennaio. I nomi fatti sono tanti, ma si sa che De Laurentiis finisce spesso per sorprendere, pescando dove nessuno immagina. È anche vero che, per adesso, del famoso tesoretto ha speso poco. Soltanto l’anticipo per Jorginho. Mister Rafa vorrebbe affrettare le pratiche per il perfezionamento della squadra. Più di un obiettivo lo esige già da adesso. La rosa, l’esperienza, la solidità e l’amalgama saranno perfezionati, è probabile, per l’anno prossimo. Intanto a Bologna il Napoli ha pareggiato la partita delle ingenuità. Lascia un po’ l’amaro in bocca dover già pensare che qualcosa è scappato e che a gennaio si deve fare anzitempo i conti con le lunghe prospettive. Succede quando si pensa che nel calcio si possa durare a lungo con tanti gregari e pochi campioni. Altrove qualcuno ne sta facendo le spese.
Sebastiano Di Paolo, alias Elio Goka