Se dovessimo costruire un muro di gloria da edificare con mattoni leggendari a rappresentare i migliori calciatori della storia azzurra, certamente Luciano Castellini farebbe parte della “parete dei sogni”. A sentir parlare gli esperti dell’epoca, era uno dei migliori portieri degli anni ’80, superiore a molti, e non pochi sostennero che probabilmente gli veniva preferito Zoff soltanto per questioni politiche, non certo per la tecnica e la preparazione atletica, invidiabili punti di forza di un estremo difensore che conobbe gli anni migliori in maglia granata, quando i sostenitori torinesi, dopo l’ennesimo balzo felino, lo soprannominarono “il giaguaro“, talmente agili erano i suoi interventi. Ad apprezzare le doti di Luciano non era di certo soltanto la propria tifoseria, basti pensare che per numerosi anni ha ritirato il premio del Guerin Sportivo che premiava i migliori calciatori a fine campionato, ma una delle testimonianze più fervide delle capacità di Castellini resteranno indelebili nel proprio palmares, che è vuoto nella bacheca delle vittorie ma che mette invece in evidenza un dato clamoroso che è l’invidia di ogni portiere, parliamo delle reti subite, 170 in 202 presenze, una sorta di vanto che recita l’importanza e la valenza di un calciatore che ha raccolto meno di quanto meritasse, soprattutto in termini di vittorie, ma anche sotto l’aspetto della nazionale, dove è stato chiuso dal sopracitato Zoff, ma anche da Albertosi (giocherà una sola volta con la maglia dell’Italia, contro il Belgio, subentrando nella ripresa e subendo un gol su rigore), che lo hanno oscurato senza rendergli merito di una carriera fatta di grandi risultati raggiunti, professionalmente ineccepibile, priva soltanto di quelle soddisfazioni in termini di vittorie che avrebbero suggellato una cavalcata da grande campione.
Dopo gli anni in maglia granata dove si conquista la fiducia degli addetti ai lavori, a Napoli arriva oramai trentatreenne, pronto ad affrontare la fase calante del suo cammino, che invece conoscerà altri anni che inorgoglirebbero il più titolato dei calciatori, grazie ad una freschezza fisica mai intaccata dagli anni e soprattutto dalla capacità di essere sempre “sul pezzo” grazie ad una invidiabile concentrazione che in campo era palese quando i suoi balzi evitavano segnature ed il pubblico applaudiva l’ennesimo miracolo dell’angelo custode venuto dal Piemonte. Detiene un altro record da vero campione, i minuti di imbattibilità, che furono 1188 dal Febbraio ’83 fino ad 11 mesi dopo, quando Platini spezzò l’incantesimo, rimase comunque quasi un anno senza subire reti, merito anche della corazzata difensiva azzurra che recitava Ferrario-Bruscolotti-Krol, il trio delle meraviglie che rendeva la vita facile a Luciano, che ci mise anche del suo per difendere i pali azzurri in un’epoca in cui il Napoli avrebbe potuto seriamente candidarsi per vincere qualcosa di importante se fosse stato assistito dalla società in quei pochi tasselli mancanti per completare la rosa. E’ stato il portiere dell’era Savoldi, ma anche del primo Maradona, quando l’anno successivo chiuse la sua carriera proprio in maglia azzurra, raccogliendo la stima dei napoletani e della platea italiana, convinta dalle prestazioni di un professionista serio e grande esponente di una schiera di portieri d’elitè che il nostro campionato a sfornato negli anni.
Qualche tempo fa i tifosi azzurri, attraverso un sondaggio, lo incoronarono “miglior portiere della storia del Napoli“, siamo sicuri che si tratti di un piccolo riconoscimento, ma grande in termini di riconoscenza per un “giaguaro” che ha reso più sicure le domeniche pallonare di migliaia di supporters azzurri, a cui spesso gli avranno dedicato qualche “preghierina” per fermare le gesta delle avversarie che s’avvicendavano contro gli azzurri. E’ diventato un ottimo allenatore di portieri, nonché scopritore di talenti come il brasiliano ex Inter Julio Cesar, qualche tempo fa vicino a vestire la maglia del Napoli, e di Belec, giovane estremo difensore sloveno di proprietà dell’Inter, società con cui ha maggiormente collaborato. Attualmente è responsabile preparatore portieri della nazionale Under 21 italiana, dopotutto i suoi servigi come uomo di spessore calcistico notevole continuano anche lontano dai terreni di gioco, per un personaggio che fa parte senza dubbio di una fetta di storia calcistica del nostro campionato.