Però! Se il buongiorno si vede dal mattino, il risveglio d’un lunedì altrimenti anonimo, persino un po’ apatico, è un’iniezione di fiducia, una bella dose d’ottimismo, perché il giovanotto che dribbla i birilli e corre con naturalezza è un «ospite» illustre, persino inatteso, che ha anticipato i tempi e s’è tuffato sul campetto per fare in fretta. Però! Chi l’avrebbe detto, che sarebbe stato un decorso rapido e che Valon Behrami avrebbe ricominciato di slancio? Quel che conta è la salute e il medianone che ci dà dentro, che va a sollecitare il suo piedino sinistro se la passa meglio di quindici giorni fa, di quanto – era il nove gennaio – dovette arrendersi alla distrazione del legamento dell’alluce e farsi da parte.
SI CORRE. La Lazio, certo, e ci mancherebbe, ma Behrami che si «analizza» sa di notizia, anche in ottica mercato, perché avercelo è una cosa (lui, più Inler, più Dzemaili, più Jorginho) e rinunciarci ne è un’altra. Intanto, (ri)cominciare è già un lusso, un sorso d’euforia su quel pizzico di malinconia avvertita nel momento del dolore, quando venne il sospetto di doversi operare, quando s’ingrossò il timore non solo di fermarsi a lungo ma di mettere in pericolo il mondiale. Invece Behrami è lì ed è (quasi) pronto a lottare col Napoli: il programma differenziato procede, induce a rimuovere il pessimismo però ad usare la cautela.
SI GIOCA. Ma c’è un quarto di finale «pesante», c’è la possibilità di andarsi poi a giocare la finale in una doppia sfida con la Roma, c’è innanzitutto la Lazio da affrontare ed il turn-over da dosare, perché poi ci sarà l’Atalanta, altro match carico di difficoltà: e allora, che fare? Benitez procede secondo le personali interpretazioni, manda in campo ed osserva, lascia dedurre: il sospetto della rivoluzione va scartato a priori, però si cambia un po’ ovunque, perché altrimenti il minutaggio eccessivo rischia di produrre acido lattico; e tra un po’ arriverà il mese terribile, quello d’una partita ogni tre giorni. Ma pure adesso non si scherza.
RIECCOLI. Pepe Reina si muove con la solita agilità, dunque è presumibile pensare che la porta torni ad essere sua; sugli esterni, ritenendo Armero ormai un desaparecido, a destra resta Maggio e a sinistra ci va Réveillère e nessuno dei due può tirare il fiato; in mezzo: rientra Fernandez, che non ha giocato con il Chievo e va ad affiancarsi ad Albiol.
I DUBBI. In mediana, c’è spazio subito per Jorginho: lui a fare il regista ed Inler a curare la fase di interdizione. Sugli esterni: non s’è mai fermato Callejon, costretto a fare persino l’esterno basso, e la considerazione che l’ala (si può dire come s’usava un tempo?) gode presso Benitez lascia supporre che non lo faccia neanche domani. Mentre Insigne si scalda, per avvicendare Mertens e Pandev si prepara al personalissimo derby, per avvicendare Hamsik, Behrami corre…
FONTE Corriere dello Sport