Il momento difficile. Rafael Benitez, dopo le glorie e gli inni avuti al suo arrivo, sta vivendo il primo momento di difficoltà nella sua permanenza napoletana. Nelle ultime cinque partite, lo spagnolo ha portato a casa soltanto una vittoria: il quarto di finale di Coppa Italia contro la Lazio. Due pareggi e due sconfitte completano una miniserie che fa pensare ad una fase di transizione per il Napoli. Nonostante questo, Benitez non ha mai perso la calma e a differenza di suoi colleghi, non si lascia trascinare in futili dibattiti da bar su arbitraggi ed episodi.
La diversità. L’unico suo motto sta in una parola: lavorare. Nelle interviste che hanno seguito tutte le gare degli azzurri, ha sempre affermato come la squadra necessita sempre di migliorare e come ogni elemento della rosa deve faticare duro per arrivare agli obiettivi. Una visione del tutto diversa per un palcoscenico partenopeo, che era abituato a ben diversi toni nella gestione Mazzarri. I due tecnici sono diversi anche in questo. Negli ultimi quattro anni non venivano mai analizzate alla luce del sole le sconfitte e la colpa erano sempre di un arbitro di parte o della sfortuna.
Il metodo Mazzarri… Benitez, invece, non perde mai la calma. Conosce i pregi ed i limiti della sua rosa ed in silenzio cerca di provare ad ottenere il massimo dal suo gruppo. Anche se molti tifosi non gradiscono il moto “elegante” di stare in panchina dello spagnolo – e preferivano le gesti burbere con la camicia del toscano – non si può negare che questa via sembra quella giusta. Mazzarri sta utilizzando la stessa tattica anche all’Inter e dopo quattro mesi ha già perso ogni tipo di credibilità: se i nerazzurri non sono competitivi, la colpa è solo della squadra. Inoltre la sua ricerca continua del “rigore” non ha portato a grandi risultati…
…E quello di Rafa. Benitez sta aprendo in Italia le porte di un calcio pensato e ragionato. Non più urla e casino da bar nelle trasmissioni televisive, ma finalmente analisi tattiche e tecniche degli errori. Lo spagnolo non ha paura di dire quando sbaglia un singolo e non si tira indietro dal criticare i suoi ragazzi davanti alle telecamere, quando lo meritano. Il suo tener bassi i toni alla lunga potrebbe anche fruttare, perchè se il Napoli ha imparato qualcosa con Mazzarri è che se si urla troppo, poi i nemici da pochi diventano tanti…