Il fatto è che quando il pallone ce l’ha Dries Mertens può succedere di tutto. Quando il pallone ce l’ha tra i piedi il piccolo belga, pare quasi una palletta di gommapiuma, di quelle che si danno ai bimbi piccoli perché non rompano nulla dentro casa.
Il più grande all’Olimpico è stato il protagonista meno atteso, come il giocattolo a molla che esce fuori dalla scatola a sorpresa e beffa la Roma. Era in panchina, reduce da una prova molto negativa a Bergamo. A Mertens – arrivato questa estate dal Psv – sono bastati appena cinque minuti per stregare i giallorossi e per pareggiare il conto dei gol con il grande amico che gioca dall’altra parte: Kevin Strootman, «la lavatrice» di Monsieur Garcia. È stata la loro serata, un segno del destino. Mertens e Strootman si sono conosciuti nel gennaio 2011, quando Kevin passò dallo Sparta Rotterdam all’Utrecht. Insieme misero le ali ai biancorossi, così tanto che in estate il Psv se li portò via tutti e due. A Eindhoven hanno disegnato altre parabole calcistiche e sono diventati amici per la pelle. Insieme vincono (Coppa e Supercoppa d’Olanda), segnano (molto più Mertens, il conto è 37 gol a 8) e spiccano un altro volo, stavolta per l’Italia. Mercoledì si sono si ritrovati faccia a faccia, per la seconda volta quest’anno dopo la sfida in campionato dello scorso ottobre.
A Dries proprio non è piaciuto quel gol di Strootman e allora ha replicato alla sua maniera. Sesto gol stagionale, sempre belli e mai banali quelli che segna il piccolo Dries. Che nell’ultimo mese si è scatenato: 4 reti, dalla doppietta con la Sampdoria e al gol al Verona.
Sul piccolo belga è un fiorire di aggettivi. Geniale, un piccolo killer. Quando è in giornata si esibisce in tocchi di prima, piroette e serpentine a velocità superiore, e si libera del pallone sempre in tempo utile, prima di trovarsi davanti muri e nessuna sponda. Un piccoletto da combattimento: 6 gol e 7 assist nel corso di questa stagione. Niente a confronto con i 16 gol dello scorso e i 21 di due stagioni fa. Ora con il Milan invoca un posto da titolare: o al posto di Callejon o di Lorenzo Insigne.
Da qualche tempo Mertens è una pedina quasi inamovibile dello scacchiere di Rafa: lo si capisce dalle scelte di Benitez. Soffre per la rivalità con Insigne anche se è forse più Lorenzo a patire per la concorrenza con quella che è senza dubbio una delle note positive di questo Napoli. «Rafa è un tecnico che sa come esaltare le doti di un attaccante», ha spiegato il belga. Anche per questo il Brasile per lui è molto vicino.
Fonte: Il Mattino