A viso aperto: così Garcia ha scelto di difendere al San Paolo il vantaggio del “primo tempo” della sfida, maturato a Roma la scorsa settimana. Non era in discussione l’impianto consolidato, ma nei ballottaggi il tecnico francese ha puntato su una squadra votata all’attacco, incurante del pericoloso precedente: una sola volta in questa stagione i giallorossi si erano presentati, in trasferta per altro, con Pjanic più tre punte “vere” (cioè senza Florenzi o l’ex Marquinho, nel tridente). Era successo a Torino contro la Juve: in quel caso, oltre a Ljajic e Gervinho c’era Totti per Destro.
Incurante del precedente doloroso, Garcia ha deciso di andare addosso al Napoli. Che per suo conto, e non poteva essere altrimenti, ha risposto come da copione a misura di Benitez: con i magnifici quattro davanti (Callejon-Hamsik-Mertens più il super Pipita) e Inler-Jorginho a fare da cerniera geometrica in mezzo. E’ andata come è andata perché anche quando giochi “europeo” contro grandi avversari (e questo Napoli è senza dubbio una grande squadra, al netto di una qualità da migliorare in difesa) devi avere uomini d’attacco, soprattutto sulle fasce, bravi a sacrificarsi. Alla fine, più che il duello Jorginho-Pjanic, comunque interessante, e almeno nel primo tempo, in parità, la differenza l’ha fatta il momento magico di Higuain, autentico faro delle due fasi, con Mertens e Callejon, solo un gradino sotto al Pipita, ma sicuramente più completi e motivati rispetto a Ljajic e Gervinho, quest’ultimo sì dinamico, ma stavolta del tutto slegato dal resto della squadra. Che oltretutto ha mostrato, oltre che segni di stanchezza, anche poco orgoglio, cadendo nel finale, in alcuni scatti isterici duri a morire.
Alla vigilia c’era chi pensava che in questa partita ci fosse più da perdere per gli sconfitti che gloria per i finalisti. A ben vedere la Roma in questa stagione si è arresa nelle due uniche partite, fin qui, in cui non avrebbe dovuto. Dopo il ko contro la Juve, Garcia è stato bravissimo a rimettere in moto la macchina, adesso è chiamato a un compito altrettanto se non più impegnativo. Perché nella capitale non ci sono crediti che reggono sulla fiducia. Benitez per contro esce dal San Paolo con una spinta in più: il Napoli, quando si esprime a questi livelli, va ben oltre i propri limiti. E in questo momento è un risultato che vale una finale strappata alla Roma, scusate se è poco.
FONTE Corriere dello Sport