Ci sono due parametri del calcio moderno che è difficile rendere compatibili: il baricentro alto e la squadra corta. Per baricentro si intende la posizione media in campo della squadra, espressa solitamente in metri di distanza dalla porta avversaria. Il Napoli a Reggio Emilia è stato, come spesso quest’anno, con la maggior parte dei suoi giocatori oltre la linea mediana e quindi ha avuto un baricentro alto (circa a 40 metri della porta difesa da Pegolo). Altrettanto frequentemente però in passato era successo che la terza linea non seguisse il resto della squadra tendendo ad abbassarsi all’indietro e, così facendo, dilatando lo spazio davanti a loro e favorendo le ripartenze avversarie. Di fatto costringendo la squadra a convivere con distanze lunghe poco compatibili con il pressing e il recupero immediato. Invece contro il Sassuolo si è vista una grande inversione di tendenza con Albiol e Fernandez che hanno avuto il coraggio di stare più dentro la partita, più vicini al vivo del gioco, mai lasciando spazio a Berardi e Sansone per entrare in possesso palla e puntare la porta in velocità. La grande palla gol di Higuain alla mezz’ora, col risultato ancora inchiodato sullo 0-0, ci racconta di questa ritrovata compattezza di reparti e conseguente pressione costante sull’avversario.
Gli azzurri, ormai virati al giallo, spingono a sinistra con Ghoulam, un altro acquisto non di grande nome ma di sicuro e crescente rendimento, e Insigne, il cui cross è ribattuto di testa, al limite dell’area di rigore, dal grande ex Paolo Cannavaro. La palla spiove a non più di venti metri di distanza ed è recuperata in anticipo acrobatico da Albiol. Berardi non trova neanche il tempo per coordinarsi che già la palla non c’è più. Il palleggio tutto di testa, griffato da Ghoulam e Hamsik, restituisce la sfera a Insigne. Contromovimento a far scorrere la palla sull’interno del campo proprio mentre Higuain prende ampiezza su Ariaudo, questo significa sincronia di coppia. Il pallonetto è preciso, la palla cade proprio alle spalle del difensore e sul piede del Pipita che però sbaglia un gol fatto appoggiando debolmente addosso al portiere da non più di quattro metri dalla porta.
Funziona la nuova strategia d’attacco disegnata da Benitez per migliorare la convivenza tra Higuain e Hamsik. Non più il primo libero di muoversi a ritroso verso la palla, col compagno costretto ad attaccare sempre, senza averne le caratteristiche, la profondità. È l’argentino a giocare sulla linea del fuorigioco per abbassare i centrali avversari e cogliere l’attimo giusto per sfruttare il suo opportunismo. Hamsik può muoversi, come aveva sempre fatto anche nella gestione Mazzarri, sulla trequarti ad aprire gli angoli di gioco per le giocate in verticale. Higuain tocca così solo 18 palloni ma tutti o quasi dentro l’area di rigore e sempre creando il panico nella retroguardia nero-verde. Un’idea di gioco che lo logora meno fisicamente (ginocchiate di Cannavaro a parte) e che gli permetterà di giocare anche ogni tre giorni senza bisogno di turn-over, in vista dell’inizio dell’Europa League. Hamsik ne tocca 47 tutti tra le linee e sempre con grande qualità. Si lancia spesso al tiro o serve deliziosi assist per i compagni. Come in occasione del 2-0. L’intesa con Insigne è ancora una volta perfetta. Sul suo dribbling a rientrare Lorenzinho gli parte alle spalle in sovrapposizione lunga. Il passaggio di ritorno è quasi scontato. L’attaccante può puntare Cannavaro che, conoscendone l’abilità nel dribbling, commette l’errore fatale, tante volte contestato a Fernandez ed Albiol, di rinculare evitando di affrontarlo. Il gioco di gambe di Insegne disorienta il vecchio capitano del Napoli. L’ultima finta gli consente di aprirsi lo spiraglio interno per il tiro. A questo punto abbassa e arretra il baricentro per dare al calcio di interno sinistro quell’effetto diabolico che permette alla traiettoria di girare alla larga da Pegolo per poi rientrare ed insaccarsi sul secondo palo. Insomma una prestazione maiuscola del collettivo che non ha fatto pesare sul match le assenze dei tanti squalificati.
Fonte: Il Mattino