Gli manca solo il gol. Questione di centimetri. Hamsik vi è arrivato vicinissimo a Swansea. Ad inizio partita, infatti, ha sfiorato il bersaglio dopo essersi coordinato alla sua maniera in uno spazio ristretto. Ci riproverà sicuramente con il Genoa lunedì sera. Ha già trafitto cinque volte il Grifone da quando indossa la maglia del Napoli: tre a Marassi, due a Fuorigrotta. Ormai è arrivato al meglio della condizione psicofisica. Ha ritrovato continuità e lucidità. Sono già cinque la gare consecutive disputate da Hamsik non appena è ritornato a tempo pieno a disposizione di Benitez: due di campionato, altrettante di Coppa Italia, una di Europa League. Ed è stato un crescendo di partita in partita. Sempre prestazioni degne di nota; sempre un apporto concreto nella manovra degli azzurri; sempre la voglia di ritagliarsi un ruolo importante nella squadra di cui funge anche da capitano. E’ vero, non è ancora quel calciatore ammirato in avvio di torneo, o negli anni scorsi, ma lo slovacco è ad un passo dal rappresentare il «regalo di Natale», come ebbe a definirlo il tecnico spagnolo nel momento in cui si venne a sapere che si sarebbe riaggregato al gruppo.
VOGLIA DI GOL – Ma Hamsik, trequartista apprezzato per la sua capacità di aggredire gli spazi, soffre se è costretto a restare troppo tempo a digiuno. Ed ormai sono già tre mesi e mezzo che non esulta alla sua maniera, accarezzandosi la cresta, oppure portandosi le mani alle orecchio. L’ultimo suo gol risale alla sfida interna con il Catania, due novembre dello scorso anno: vantaggio di Callejon, raddoppio dello slovacco e terza vittoria consecutiva messa al sicuro (in precedenza il Napoli aveva battuto il Toro e vinto a Firenze. Poi, due gare (Juventus e Parma), l’infortunio galeotto (impatto con il cognato Gargano) che lo ha tenuto lontano dei campi di gioco per così tanto tempo: dal 23 novembre, al 25 gennaio. Mai ad Hamsik era capitato di saltare tante partite di fila da quando gioca al calcio. Otto sfide consecutive, cinque di campionato e due di Champions League (a Dortmund e con l’Arsenal). Eppure ha saputo stringere i denti ed avere la pazienza di guarire del tutto prima di ritornare in campo. E ora gli manca solo il gol.
L’ELASTICO – Hamsik dovrà essere il calciatore capace di bucare la difese avversarie quando queste si chiudono a riccio ed anche quello in grado di offrire un supporto nella zona nevralgica del campo. Insomma, l’elastico per eccellenza nello scacchiere di Benitez. Ed è un ruolo che gli si addice, a patto che l’intesa con i compagni sia così spiccata da consentirgli sovrapposizioni ed inserimenti continui. Di lui, Benitez vorrebbe farne un nuovo Gerrard. Ma ci vorrà ancora del tempo. Spesso gli spazi davanti a lui vengono ostruiti dagli esterni o anche dallo stesso Higuain. Questione di sincronismi da perfezionare e di amalgama. Intanto non manca l’autostima e neanche la sintonia con i compagni in campo e fuori. Hamsik è sicuro che la pratica con lo Swansea verrà archiviata al ritorno. <i>«Ce la possiamo fare. Non aver subito gol è stato importante. Siamo un po’ venuti meno in fase offensiva ma ci siamo sacrificati tanto. Ma ora c’è da pensare al Genoa», </i>ha detto al termine della gara giocata in Galles. <br/> Con il Grifone toccherà di nuovo a lui agire nel tridente offensivo che opera alle spalle di Higuain. Per Hamsik, è fondamentale giocare sempre per trovare la condizione ottimale ed anche per realizzare quel gol che gli manca ormai da così tanto tempo. Potranno semmai avvicendarsi gli esterni ma lui no perché un giocatore così eclettico e capace di interpretrare entrambe le fasi di gioco, in organico non c’è.
Fonte: Il Corriere dello Sport