Il cittì dell’Argentina Alejandro Sabella ha rilasciato una lunga intervista al Corriere dello Sport di oggi parlando del calcio italiano, del Napoli e di Higuain.
Sabella, segue il campionato italiano in televisione?
«Sì, lo seguo come tutti i principali campionati europei dove giocano calciatori argentini. Tenermi aggiornato e vedere più partite possibile è il mio lavoro».
Cosa pensa della Serie A e del calcio italiano?
«Il vostro è un calcio molto pratico, dove c’è una notevole intensità e molta tattica».
Chi vincerà lo scudetto?
«La Juventus perché è la squadra più completa. Lo ha dimostrato nelle scorse due stagioni e si è confermata quest’anno».
Cosa l’ha impressionata di più dei bianconeri?
«Sono solidi, atleticamente molto preparati, hanno personalità e grandi individualità. Sono superiori alla concorrenza e conquisteranno il terzo scudetto di fila».
Qual è l’allenatore italiano che più apprezza?
«Conte è un grande tecnico. Ha trovato il modulo più adatto per far rendere la Juventus al massimo. E’ stato molto bravo».
In chiave Mondiale segue con particolare attenzione la stagione che sta disputando Higuain? Alla prima esperienza al Napoli e in Italia, si aspettava un campionato di questo livello da parte del Pipita?
«Sono molto soddisfatto della stagione che sta disputando Higuain. Lui è un grande giocatore».
L’interista Palacio in questo inizio di 2014 ha avuto sottoporta qualche problema in più rispetto al solito e ha segnato solo 1 gol in 9 gare, compresa la Coppa Italia. La preoccupa questa mini crisi del Trenza?
«Non sono affatto preoccupato per Palacio perché lui può essere importante per la squadra non solo con i gol che segna, ma anche in molti altri modi. E’ un attaccante completo e affidabile».
Tevez invece con il gol nel derby di Torino è diventato capocannoniere della A. Cosa pensa del campionato dell’Apache?
«No comment».
L’esperienza alla Lazio aiuterà Biglia a crescere ulteriormente?
«Nella vostra Serie A imparerà ancora molto perché si troverà di fronte avversari più competitivi (rispetto al Belgio, ndr) e perché l’intensità in Italia è alta».
Nella realtà di Roma Biglia si è immediatamente calato bene.
«Roma è una grande città con due grandi squadre e tanta pressione. E’ stato bravo».
Andujar il prossimo anno indosserà la maglia del Napoli, ma intanto per due mesi a Catania ha perso il posto. Per lei non una bella notizia.
«E’ già tornato a essere titolare (da 3 partite, ndr) e questa è la cosa più importante per la Seleccion».
Se avesse avuto qualche anno in meno, magari ai Mondiali avrebbe portato anche Zanetti che nelle prossime settimane dovrà decidere se giocare ancora o appendere le scarpe al chiodo.
«Zanetti è un orgoglio per tutti noi, un grande ambasciatore del popolo argentino nel mondo, un esempio da seguire per tutti quelli che praticano questo sport. Javier è un giocatore eccezionale e una persona ancora migliore».
Messi, Aguero, Higuain, Lavezzi, Palacio, Lamela e Di Maria: c’è al mondo un attacco più forte di quello dell’Argentina?
«Diciamo che nel complesso il nostro reparto offensivo è uno dei più importanti che ci sono sulla piazza».
E Messi, superato da Cristiano Ronaldo nelle votazioni dell’ultimo Pallone d’Oro, è ancora il numero uno?
«Leo è il miglior giocatore al mondo. Su questo nessun dubbio».
Cosa pensa dell’Italia come squadra?
«E’ una nazionale forte e molto competitiva perché può contare su una buona dose di esperienza, giocatori di personalità e una notevole tradizione, tutte componenti che in un Mondiale pesano».
Considera l’Italia una delle favorite per la vittoria in Brasile?
«L’Italia quando partecipa al Mondiale lo fa sempre per vincere e ha sicuramente delle possibilità di alzare la coppa».
Prandelli è il ct giusto per guidare gli azzurri?
«E’ un tecnico capace, che studia molto, ma è soprattutto una persona eccellente. Ha dato un’impronta precisa all’Italia che con lui in panchina ha sempre mostrato un calcio bello e propositivo».
Sarebbe stato contento se Buffon e Pirlo, invece che in Italia, fossero nati in Argentina?
«Buffon e Pirlo sono giocatori eccezionali, campioni che nella loro carriera hanno vinto e dimostrato molto. Qualunque ct al mondo sarebbe felice di poterli schierare nella propria squadra».