“Quando si giocano due gare a settimana è importantissimo cambiare giocatori”. Parole chiare quelle di Rafa Benitez alla vigilia di quest’ottavo di Europa League. La stagione è lunga, logorante, giusto attendere un turn-over tutt’altro che inaspettato. Révellière e Britos, chiamati a sostituire un acciaccato Maggio e l’argentino Fernandez, non hanno demeritato. Molto positiva la prestazione del difensore ex Bologna ed il terzino francese, nonostante Quaresma non fosse un cliente semplicissimo, ha tenuto botta.
A centrocampo però le scelte del tecnico spagnolo hanno destato piu’ di qualche perplessità: scelto il brasiliano Henrique, all’esordio in questo ruolo con la maglia azzurra, per affiancare Valon Behrami. Il difensore prelevato lo scorso gennaio dal Palmeiras ha certamente portato in dote la caratteristica, riconosciuta in primis da Benitez e poi dagli addetti ai lavori, di poter essere impiegato anche come mediano oltre che nel suo naturale ruolo di centrale difensivo. Sperimentare non è mai semplice, in special modo in partite di una tale importanza ed i risultati non sono stati esaltanti. Il Napoli, che già negli ultimi incontri non ha certamente brillato in fase di costruzione, è apparso in balia degli uomini di Luis Castro per larga parte dei 90′ minuti di gioco.
L’impostazione data da Benitez era chiara: contenere per poi punire in ripartenza sfruttando le qualità dei propri attaccanti, ma se abbandonata qualsiasi velleità di palleggio non regge neanche il filtro a metà campo i dolori possono essere lancinanti. Troppe volte il Porto è riuscito a sfondare con una semplicità disarmante ed è soltanto grazie ad affannati recuperi difensivi e ai soliti interventi decisivi di Pepe Reina che il passivo non è stato più severo dell’1-0 finale marcato Jackson Martinez. Lascia interdetti, va detto, il fatto che il vate madrileno non abbia provato a dare più peso a questo reparto dopo l’1-0 del colombiano. Inler e Dzemaili, anche a discapito di un Hamsik che ad eccezione del miglior quarto d’ora azzurro ad inizio ripresa è comunque risultato tra i peggiori in campo, avrebbero rappresentato senza dubbio una bella alternativa per dare fosforo e fiato (quello che forse manca per davvero agli azzurri in questo periodo) e provare a riprendere le redini del centrocampo alla ricerca di un goal in trasferta che sarebbe stato pesantissimo. Una difficoltà, quella nel saper dare una svolta alla gara a partita in corso, che è probabilmente una delle pochissime pecche della parentesi napoletana di Benitez.
Non solo note negative in questo Porto-Napoli, nonostante qualche imprecisione di troppo gli azzurri hanno dimostrato una volta in più, sempre se ce ne fosse bisogno, di poter essere letali in fase d’attacco. Solo la sfortuna, questa volta innegabile, ha impedito al Napoli di portare a casa un risultato favorevole. Le occasioni di Higuain, Albiol, Callejon e Zapata gridano vendetta, e oltre alla mera poca freddezza fanno trasparire una serata no. Nulla è perduto, l’1-0 dell’andata lascia tutto aperto in vista della sfida di giovedì prossimo, confidando in una tenuta atletica migliore e rifacendoci alle parole di Rafa: “La partita fondamentale sarà quella del San Paolo”.
Edoardo Brancaccio
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