Ora ci vorrebbe Zuniga, proprio ora: perché la stagione va declinando, le fatiche si avvertono, Maggio resterà fuori un mesetto e inventarsi esterni non è soluzione suggerita dall’opportunità. Intanto, riecco Mesto: ha impiegato centrotrentaquattro giorni, poverino, per lasciarsi alle spalle l’intervento al ginocchio e ora ch’è tornato, ancor prima di giocare, potrebbe ritrovarsi un rinnovo meritato prima dell’infortunio e durante la convalescenza, attraverso una serietà che è stata apprezzata da De Laurentiis, da Bigon e da Benitez e che gli varrà un altro anno di contratto. Appuntamento imminente, come anticipato da un allenatore che sa riconoscere l’impegno e pure le carenze: infatti, Torino-Napoli richiede un intervento, per compensare qualche squilibrio, per ragionare in termini tattici ed atletici anche in funzione del Porto e Réveillère finisce fuori con Henrique che si ritrova (persino bene) sulla corsia di destra.
C’è un viavai sugli esterni, perché lo ha imposto il fato: uno alla volta, sono stati costretti quasi tutti ad uscire e Maggio addirittura ha dovuto fermarsi due volte, ecco perché una volta toccò a Callejon ingegnarsi in quel ruolo e stavolta invece gli straordinari li ha fatti un brasiliano nato centrale difensivo, divenuto mediano e scoperto che propulsore esterno (peraltro niente male). Però adesso si gioca di nuovo dopodomani e poi si rigioca a distanza di appena settantadue ore con la Fiorentina in quello che può diventare uno spareggio, ma Zuniga ancora non c’è, manca dal primo ottobre scorso, siamo quindi a cinque mesi e mezzo, ormai quasi a sei, il Mondiale si sta avvicinando e il colombiano sta lentamente riprendendo. Magari va a finire che si rialza e si rimetta a camminare: intanto, c’è un Mesto in più, dalla panchina al campo il passo è brevissimo.
FONTE Corriere dello Sport