Napoli-Fiorentina tante similitudini e un destino incrociato

L’incontro di domenica tra Napoli Fiorentina promette spettacolo e vede contrapposte due delle migliori realtà del nostro campionato. Nella rivincita dell’accesa, e polemica, sfida d’andata gli azzurri cercheranno tre punti fondamentali nella rincorsa al secondo posto, i viola una vittoria che alimenterebbe la flebile speranza per la terza piazza cercando di staccare l’Inter di Mazzarri in continua ripresa. Ma questa partita nel suo spartito nasconde altro, tanti punti in comune che avvicinano il percorso tracciato in questa stagione dalle due squadre.

Gioco propositivo e mancanza di cinismo – Benitez e Montella hanno un ideale di calcio molto vicino nonostante qualche differenza: possesso palla, ricerca dello spettacolo, spasmodica cura della fase offensiva anche a dispetto di qualche amnesia della retroguardia. Una ventata d’aria fresca in un calcio come quello nostrano da sempre legato alla cultura del non prenderle, e che sicuramente rende felici gli esteti. Ma proprio per le complessità che contraddistinguono la serie A quest’idea di calcio non sempre porta i frutti sperati, soprattutto se non accompagnata da una abilità nel chiudere le partite e da un cinismo essenziali nel nostro campionato. Tante, troppe le occasioni buttate al vento dal maestro madrileno e dal tecnico di Castello di Cisterna, punti sprecati in sfide abbordabili che hanno per larga parte compromesso la strada che entrambe le tifoserie si auspicavano ad inizio stagione. Gli azzurri hanno da mesi perso qualsiasi speranza scudetto, complice anche una Juventus quanto mai ingorda quest’anno, e dovranno lottare fino alla fine per sperare in un accesso diretto alla Champions ai danni della Roma. I viola sono distanti 10 punti dal terzo posto, occupato proprio dal Napoli, e le speranze di accesso alla massima competizione europea dalla porta di servizio sono ridotte al lumicino.

Infortuni –  I referti medici hanno condizionato la stagione di queste due squadre, che hanno visto sempre più tortuoso il proprio cammino a causa di defezioni molto pesanti. Il Napoli si è visto privato con cadenza ciclica della propria batteria di esterni difensivi, ruolo nevralgico come pochi nel calcio moderno, costretto più volte a correre ai ripari sul mercato per tamponare le emergenze. Senza dimenticare gli infortuni piuttosto seri in cui sono incappati giocatori fondamentali come Hamsik e Behrami. Ancora peggio è andata alla Fiorentina che a distanza di mesi si è vista privata delle proprie punte di diamante, prima Gomez e poi Rossi sono stati costretti ai box per mesi a causa della rottura del crociato. Con l’italo-americano che ad oggi sogna un ritorno lampo per affiancare il panzer tedesco in questo finale di stagione.

Recente delusione europea – Visti i risultati altalenanti in campionato l’Europa League era un obiettivo concreto per entrambe, l’ambizione di una finale a Torino un sogno ad occhi aperti. Gli azzurri hanno fallito la rimonta contro il Porto di Luis Castro mentre gli uomini di Montella non sono riusciti a gestire il risultato favorevole dell’andata, uscendo a discapito della Juventus di Conte in una sfida infuocata. Difficile che non ci sia nessuno strascico a livello morale, i tecnici delle due squadre avranno l’obbligo di serrare i ranghi per evitare di compromettere il resto della stagione.

La finale – La sfida di domenica non sarà l’ultima che vedrà contrapposte le due squadre. Ad inizio maggio all’Olimpico di Roma si giocheranno la Coppa Italia in una sfida dentro/fuori che per le due squadre avrà senza dubbio i crismi della partita dell’anno. Nonostante gli obiettivi importantissimi da cogliere in campionato un trofeo è sempre un trofeo e ha la possibilità di cambiare il volto a una stagione intera. Higuain e compagni avranno tutte le intenzioni di iniziare il proprio ciclo in azzurro rimpolpando la bacheca, i viola cercheranno di regalare ai Della Valle il primo titolo della loro gestione.

Una sfida dalle grandi emozioni che vedrà il suo prossimo capitolo domenica sera alle ore 18:30.

Edoardo Brancaccio

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