Tuttosport, Gonalons: “Non ho mai rifiutato il Napoli, è solo tutto rimandato a giugno”

Il capitano dell’OL, ovvero l’Olympique Lione avversario della Juve nei quarti di finale di Europa League, è il classico “enfant du pays”: un ragazzo della regione (nella fattispecie il dipartimento Rodano-Alpi) nativo di Venicittano (in francese Vénissieux), città di 60.000 abitanti che sorge una dozzina di chilometri a Sud del capoluogo lionese. Venticinque anni compiuti lo scorso 10 marzo, Maxime Gonalons è all’OL da 14 stagioni, quando appena undicenne approdò nel settore giovanile dei “Gones” proveniente dal piccolo club regionale del Villefranche Beaujolais. Centrocampista basso e talora, alla bisogna, difensore centrale, è la stella dei biancorossoblù: il suo presidente Jean-Michel Aulas, storico leader dell’ex G14 e ora autorevole membro del Direttivo dell’Eca, lo scorso gennaio ha rifiutato un’offerta di 17 milioni di euro da parte di Aurelio De Laurentiis che lo voleva a tutti i costi al Napoli. A tre giorni dall’andata fra Olympique Lione e Juventus, abbiamo incontrato Max al Ristorante Argenson, punto di ritrovo di giocatori, dirigenti e tifosi lionesi, che sorge giusto di fronte al passo carraio dello Stade de Gerland. Accompagnato dall’inseparabile agente d’origine casertana Federico Guerra (che quegli inguaribili sciovinisti dei francesi pronunciano Frédéric Gherrà… ) ci ha concesso una lunga intervista esclusiva.

Max, da dove cominciamo? Dalla sconfitta interna col Saint Etienne o dal mercato?
«Dal mercato, naturalmente. Meglio non parlare del ko nel derby. Quanto mi brucia ancora. Perdere col Saint Etienne fa male, tanto male a noi lionesi. Fra l’altro il verde (come le maglie degli “Stéphanois”, ndr) è il colore che tutti noi detestiamo… ».

Ok, via col mercato. Il presidente partenopeo De Laurentiis non ha ancora digerito il suo rifiuto a vestire l’azzurro lo scorso gennaio…
«Rifiuto? No, per favore. Io non ho rifiutato il Napoli. Desidero che sia chiaro questo concetto. Sono sotto contratto sino al 2016 e dunque l’ultima parola spetta al mio presidente Aulas che alla fine, dopo aver fatto i suoi conti, non ha ritenuto opportuno cedermi durante la sessione invernale di mercato. Questo è quanto. Ma la porta resta aperta, me lo ha confermato il mio procuratore che mantiene i contatti con i dirigenti dei più importanti club europei. E fra questi c’è Bigon».

Vuol dire che a luglio potrebbe trasferirsi sotto il Vesuvio?
«Se si ripresenterà l’opportunità, certo che sì. Fra l’altro un conto è arrivare in una nuova squadra in estate, svolgere tutta la preparazione con il nuovo allenatore e i nuovi compagni, ben altro a metà stagione. E fra l’altro quando la Champions League già non c’era più… ».

Giovedì a Gerland arriva la Juve: qualcuno dice che questa sfida, visto il passato delle due contendenti, profuma di Champions o che è una finale anticipata di Europa League…
«Mah, la Juve è sicuramente una grande squadra, con alcune formidabili individualità come Buffon, Pirlo, Tevez, Pogba, Vidal, però la Champions è un’altra cosa. Il solo sentire la musica, l’inno della Champions, prima del calcio d’inizio è un’altra cosa. E poi in Europa League sono rimaste in lizza anche il Benfica, il Porto, il Valencia nonché il quadrato e temibile Basilea. Non so se realmente si possa parlare di finale anticipata. Di certo però noi aspiriamo a centrare la semifinale».

Dunque snobba i bianconeri?
«Assolutamente no, non l’ho mai pensato né mai lo penserò. Però noi ci giocheremo le nostre “chances” anche se partiamo sfavoriti a causa della lunga sequela di infortuni che ci ha pesantemente penalizzato. Per caso la Juve ha qualche assente? Io dico solo che se il Galatasaray è riuscito a eliminare i bianconeri nella fase a gruppi di Champions League, perché non potremmo farlo anche noi nei quarti di Europa League?».

Lei gioca con la maglia numero 21: un omaggio a Zidane o magari a Pirlo?
«No, nessuno dei due. Quando sono approdato in prima squadra (nel 2009, ndr) c’era quel numero disponibile e l’ho preso».

Dunque il suo idolo non era il mitico Zizou?
«Il mio idolo, il giocatore a cui mi sono sempre ispirato e che sognavo di emulare, è Stevie G: il capitano del Liverpool Steven Gerrard. E mi piace tantissimo Yaya Touré del Manchester City: incredibile come il Barcellona lo abbia lasciato partire. Busquets e Fàbregas sono bravi, per carità, ma l’ivoriano… ».

Tevez le fa paura?
«Lo rispetto molto. Gioca con il cuore oltre che con la tecnica. Ma ho fermato Falcao, sono abituato ad affrontare i super».

FONTE Tuttosport

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